Alla latteria di Coi il 15 giugno 2021. II su 2

Entriamo nella stanza di conservazione e stagionatura del formaggio. Appena al di là della porta, ci s’imbatte nella nuova pesa del formaggio, tanto moderna quanto adesso lasciata andare al suo destino; pazzesco!
Il soffitto crolla!
Le assi un tempo cariche di forme di formaggio sono desolatamente vuote, sporche e abbandonate.
Impossibile pensare di raggiungere il fondo della stanza, nella quale manca pure la corrente elettrica e tutto è in avanzato stato di abbandono.
La stufa che aveva rimpiazzato il fornél, assurda fin che basta per quest’ambiente, è ricoperta di sporcizie e calcinacci. Le è stata posta vicino la botte con l’acido che veniva usato per la cagliata. Questo solo accostamento mostra che è tutto abbandonato, perché mai, funzionando la latteria, i due oggetti sarebbero stati accostati.
Salgo alla soffitta, costituita da un unico pianerotto, all’interno del quale è stato ricavato un camerino quale miserabile camera da letto del casaro. Questa è la tetra immagine che si ha appena superato il cancello (perché parlare di porta è troppo nobile) che immette alla soffitta.
L’angolo posteriore sinistro della soffitta, vuoto, pareti orrendamente sporche, vani delle finestre appena chiusi da alcune assi, con ampi spazi vuoti tra l’una e l’altra. Ovunque, sul pavimento, chili di sporcizia.
La metà posteriore della soffitta vista in senso opposto, da nord a sud. Le due finestre, chiuse anche in questo caso da semplici assi appena accostate, sono quelle che si vedono sulla strada, che scorre appena di là. Al centro il foro con la scala per il pianoterra e la grande canna fumaria che serviva al fornél della stanza del formaggio. Forse la parte in muratura corrisponde al livello ove giungeva il tetto della latteria prima ch’esso, durante il Fascismo, venisse rialzato.
Il foro, perché non saprei come altro chiamarlo, che fa da passaggio tra il pianoterra e la soffitta.
La povera e rozza scala.
L’incredibile stato di sporcizia della parete nord della soffitta.
Altre due fotografie sul lato posteriore sud, con tronchi in deposito, chissà per che scopo. Sassi della parete caduti a terra, sotto i vani per le finestre (che non ci sono).
tra il lato sud posteriore e quello sud anteriore, girando accanto alla robusta struttura muraria a difesa della canna fumaria.
Lo squallore del lato sud anteriore.
Sempre sullo stesso lato, con inquadratura anche delle finestre e della vecchia pesa del formaggio.
Il cubo ricavato in soffitta come camera stagionale del casaro.
Il tetto sovrastante. Per fortuna il tetto era stato rifatto, anni fa, altrimenti la latteria ora probabilmente sarebbe a terra.
La cameretta è squallida e non si osa entrare, per paura di cadere al pianoterra, per rottura di qualche asse del pavimento.
Sopra il letto è stato buttato uno scatolone moderno. Le pareti parlano da sole.
Appena fuori della cameretta, spostandoci sul lato anteriore nord, vediamo una vecchia caldaia, posta (giustamente) con il fondo in alto. E’ lì da chissà quanti decenni!
L’abbaino (proprio un miserabile abbaino) e il camino della stanza cottura del formaggio, cioè, in altre parole, il camino principale della latteria.
Visione d’insieme del lato anteriore nord, nel quale mi sono guardato bene di entrare, visti i cedimenti del soffitto sottostante.
Vecchi stampi per il burro, scàtoi del formaggio, un metolo frangi-cagliata e altro materiale. Non ho visto se c’è ancora un vecchio orologio o se qualcuno ha pensato bene di farlo suo.
La vecchia zangola, a mano e non elettrica, tra altro materiale buttato là a casaccio.
Il portone chiuso, visto dall’interno.

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