DON FLORIANO, La denominazione di Borgo Europa, a Forno, dovrebbe essere abolita

Val di Zoldo, Panorama aereo di Borgo Europa, di Forno.

Il 10 marzo 2018 l’ing. Vittorio Lazzaris [1] ha scritto una lettera, al sindaco e ai membri della Giunta comunale, avente ad oggetto: «Segnaletica stradale comunale in italiano e zoldano». Come meglio espresso in altra lettera alla stessa data, si tratta in vero d’una «richiesta di modificare i due cartelli stradali indicanti la località chiamata oggi Borgo Europa[,] in Forno di Zoldo[,] fissato uno sul Ponte di S. Antonio e l’altro sulla strada per Pralongo[,] all’incirca in prossimità della casa della famiglia D’Isep». In concreto, lo scrivente chiede «che negli attuali due cartelli stradali che indicano la località Borgo Europa venga apposta una ulteriore dicitura che ricordi la toponomastica zoldana[,] e precisamente indico questa in: Sieghe de Sant’Antone».

La richiesta dell’ing. Lazzaris è persino troppo limitativa. La denominazione di «Borgo Europa» non era per nulla necessaria e, perciò, dovrebbe essere abolita; al suo posto, dovrebbe essere recuperato e lasciato solo il nome che la località aveva in precedenza. Ma, ammesso che l’Amministrazione comunale non se la senta di abolire la denominazione di Borgo Europa, resta pur vero che la semplice aggiunta su due cartelli stradali del toponimo antico, come suggerisce Vittorio Lazzaris, sarebbe il minimo dei minimi. Mi domando se non sarebbe però una specie di finta, nel senso che il nome ufficiale continuerebbe ad essere Borgo Europa e l’altro, il vero e antico, sarebbe ridotto a semplice ricordanza storica che comparirebbe solo sui cartelli stradali. E, se fosse così, sarebbe persino una presa in giro.

Lazzaris ricorda e fa presenti tre motivi perché il nome antico compaia almeno sui cartelli: uno storico, uno de iure e uno de facto. Su quello storico torneremo con un successivo articolo.

Sotto il secondo profilo, quello giuridico o de iure, ricorda che, già prima della costituzione del Comune (unico) di Val di Zoldo, «i Comuni [di Forno di Zoldo e di Zoldo Alto] si sono avvalsi della facoltà di cui all’art. 3 della legge n. 482 del 1999 per richiedere allo Stato di essere considerati [comunità] di lingua ladina», e quindi far scattare a loro pro «le norme di tutela delle minoranze linguistiche […] e di disporre delle risorse economiche necessarie per farlo».

In quanto al terzo profilo, quello operativo o de facto, Lazzaris nota «con piacere che dopo l’istituzione del Comune unico di Val di Zoldo la segnaletica è stata nuovamente rinnovata, rinominata e fissata in loco in modo più che sitabile». E quindi, giustamente, se ciò è stato fatto in generale, ufficializzando nella cartellonistica il nome locale accanto a quello italiano (in qualche caso corrispondente), ciò può e deve ben essere fatto anche nel caso specifico dei due cartelli indicanti il Borgo Europa, in quel di Forno.

Ecco il PDF con la lettera dell’ing. Lazzaris agli Amministratori comunali.

NOTA


[1] Residente a Forno di Zoldo, in Borgo Europa, 8.

Forno di Zoldo, La chiesa di Sant’Antonio Abate con il vecchio campanile
Forno di Zoldo, La chiesa di Sant’Antonio Abate con il nuovo campanile

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