DON FLORIANO, Papa Francesco è ancora cattolico?

Se gli rivolgessimo la domanda, si mostrerebbe certamente stupito e indignato. Ma come evitarla dopo aver osservato, sbigottiti, che il giorno di Natale s’è messo la stola sacerdotale quasi con fastidio e per i soli minuti necessari alla benedizione, pronunciata tra l’altro quasi sotto voce? E, soprattutto, dopo aver ascoltato e letto  il suo solenne messaggio, davanti alle telecamere di mezzo mondo, nel quale il riferimento al Natale è stato da lui impostato quasi a mero motivo ispiratore, velatamente strumentale, per poi slanciarsi in un ripetuto invito a costruire la fraternità mondiale, persino tra «persone di diverse religioni», sulla base dell’essere tutti membri dell’umanità?

Ora – lo dico a chi non lo sa – la fraternità mondiale su basi di natura è l’idea-cardine della Massoneria, un’organizzazione più volte condannata dalla Chiesa, che insegna, al contrario, essere la Fede alla base della fraternità. Se la fraternità di natura fosse già un dato di fatto, e si trattasse solo di farla emergere, la nascita e la morte di Cristo (quindi anche la Chiesa, il sacerdozio, i sacramenti, ecc.) sarebbero realtà di cui l’umanità poteva e potrebbe fare a meno. Poteva e potrebbe fare a meno di un Redentore! Basterebbe che ognuno, tenendosi la sua religione, cercasse di vincere l’egoismo e il mondo sarebbe un paradiso: non ne servirebbero altri. I peccati? L’unico sarebbe il non vivere da fratelli; per il resto, «chi sono io per giudicare?». Dal Papa ci si aspetta, invece, che insegni l’importanza della Fede, non che spinga, alla pari di un qualsiasi politico mondialista (ossia massone), a interessarsi di questioni politiche internazionali, come egli ha fatto il giorno di Natale, parlando di Palestinesi, Israeliani, Yemen, Siria, Africa, Venezuela, ecc.

La Chiesa non può cambiare la sua natura, né la finalità del suo esistere ed agire; come si dice nel Credo, la Chiesa è una, cioè sempre la stessa. Eppure, a volte sorge il dubbio che papa Francesco voglia persino costruire una nuova religione, nella quale il cattolicesimo sarà solo uno dei tanti motivi ispiratori. Eppure, ben ne deve essere consapevole, il papato (quindi anche il suo essere di Papa e Vescovo di Roma) ha come unico scopo quello, comandato da Cristo a Pietro, di confermare i fratelli nella Fede. E, dunque?

Don Floriano Pellegrini

Mettere il dito nella piaga.

P.S. Ringraziamo per la pubblicazione dell’articolo al link:

http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/7114-e-ancora-cattolico , da dove è tratto anche il GIF qui riportato.

Il discorso del Papa è leggibile al link: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/urbi/documents/papa-francesco_20181225_urbi-et-orbi-natale.html , dove si ha il seguente testo:

MESSAGGIO URBI ET ORBI DEL SANTO PADRE FRANCESCO

NATALE 2018 / Loggia Centrale della Basilica Vaticana / Martedì, 25 dicembre 2018

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Cari fratelli e sorelle, buon Natale!

A voi, fedeli di Roma, a voi, pellegrini, e a tutti voi che siete collegati da ogni parte del mondo, rinnovo il gioioso annuncio di Betlemme: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli/e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14).

Come i pastori, accorsi per primi alla grotta, restiamo stupiti davanti al segno che Dio ci ha dato: «Un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). In silenzio, ci inginocchiamo, e adoriamo.

E che cosa ci dice quel Bambino, nato per noi dalla Vergine Maria? Qual è il messaggio universale del Natale? Ci dice che Dio è Padre buono e noi siamo tutti fratelli.

Questa verità sta alla base della visione cristiana dell’umanità. Senza la fraternità che Gesù Cristo ci ha donato, i nostri sforzi per un mondo più giusto hanno il fiato corto, e anche i migliori progetti rischiano di diventare strutture senz’anima.

Per questo il mio augurio di buon Natale è un augurio di fraternità.

Fraternità tra persone di ogni nazione e cultura.

Fraternità tra persone di idee diverse, ma capaci di rispettarsi e di ascoltare l’altro.

Fraternità tra persone di diverse religioni. Gesù è venuto a rivelare il volto di Dio a tutti coloro che lo cercano.

E il volto di Dio si è manifestato in un volto umano concreto. Non è apparso in un angelo, ma in un uomo, nato in un tempo e in un luogo. E così, con la sua incarnazione, il Figlio di Dio ci indica che la salvezza passa attraverso l’amore, l’accoglienza, il rispetto per questa nostra povera umanità che tutti condividiamo in una grande varietà di etnie, di lingue, di culture…, ma tutti fratelli in umanità!

Allora le nostre differenze non sono un danno o un pericolo, sono una ricchezza. Come per un artista che vuole fare un mosaico: è meglio avere a disposizione tessere di molti colori, piuttosto che di pochi!

L’esperienza della famiglia ce lo insegna: tra fratelli e sorelle siamo diversi l’uno dall’altro, e non sempre andiamo d’accordo, ma c’è un legame indissolubile che ci lega e l’amore dei genitori ci aiuta a volerci bene. Lo stesso vale per la famiglia umana, ma qui è Dio il “genitore”, il fondamento e la forza della nostra fraternità.

Questo Natale ci faccia riscoprire i legami di fraternità che ci uniscono come esseri umani e legano tutti i popoli. Consenta a Israeliani e Palestinesi di riprendere il dialogo e intraprendere un cammino di pace che ponga fine a un conflitto che da più di settant’anni lacera la Terra scelta dal Signore per mostrare il suo volto d’amore.

Il Bambino Gesù permetta all’amata e martoriata Siria di ritrovare la fraternità dopo questi lunghi anni di guerra. La Comunità internazionale si adoperi decisamente per una soluzione politica che accantoni le divisioni e gli interessi di parte, così che il popolo siriano, specialmente quanti hanno dovuto lasciare le proprie terre e cercare rifugio altrove, possa tornare a vivere in pace nella propria patria.

Penso allo Yemen, con la speranza che la tregua mediata dalla Comunità internazionale possa finalmente portare sollievo ai tanti bambini e alle popolazioni stremate dalla guerra e dalla carestia.

Penso poi all’Africa, dove milioni di persone sono rifugiate o sfollate e necessitano di assistenza umanitaria e di sicurezza alimentare. Il Divino Bambino, Re della pace, faccia tacere le armi e sorgere un’alba nuova di fraternità in tutto il continente, benedicendo gli sforzi di quanti si adoperano per favorire percorsi di riconciliazione a livello politico e sociale.

Il Natale rinsaldi i vincoli fraterni che uniscono la Penisola coreana e consenta di proseguire il cammino di avvicinamento intrapreso e di giungere a soluzioni condivise che assicurino a tutti sviluppo e benessere.

Questo tempo di benedizione consenta al Venezuela di ritrovare la concordia e a tutte le componenti sociali di lavorare fraternamente per lo sviluppo del Paese e per assistere le fasce più deboli della popolazione.

Il Signore che nasce porti sollievo all’amata Ucraina, ansiosa di riconquistare una pace duratura che tarda a venire. Solo con la pace, rispettosa dei diritti di ogni nazione, il Paese può riprendersi dalle sofferenze subite e ristabilire condizioni di vita dignitose per i propri cittadini. Sono vicino alle comunità cristiane di quella Regione, e prego che si possano tessere rapporti di fraternità e di amicizia.

Davanti al Bambino Gesù si riscoprano fratelli gli abitanti del caro Nicaragua, affinché non prevalgano le divisioni e le discordie, ma tutti si adoperino per favorire la riconciliazione e costruire insieme il futuro del Paese.

Desidero ricordare i popoli che subiscono colonizzazioni ideologiche, culturali ed economiche vedendo lacerata la loro libertà e la loro identità, e che soffrono per la fame e la mancanza di servizi educativi e sanitari.

Un pensiero particolare va ai nostri fratelli e sorelle che festeggiano la Natività del Signore in contesti difficili, per non dire ostili, specialmente là dove la comunità cristiana è una minoranza, talvolta vulnerabile o non considerata. Il Signore doni a loro e a tutte le minoranze di vivere in pace e di veder riconosciuti i propri diritti, soprattutto la libertà religiosa.

Il Bambino piccolo e infreddolito che contempliamo oggi nella mangiatoia protegga tutti i bambini della terra ed ogni persona fragile, indifesa e scartata. Che tutti possiamo ricevere pace e conforto dalla nascita del Salvatore e, sentendoci amati dall’unico Padre celeste, ritrovarci e vivere come fratelli!

Rinnovo i miei auguri di Natale a tutti voi. Buon e Santo Natale!

Cari fratelli e sorelle venuti dall’Italia e da diversi Paesi, come pure a quanti sono collegati attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, vi ringrazio per la vostra presenza in questo giorno nel quale contempliamo l’amore di Dio, apparso nel mondo con la nascita di Gesù. Questo amore favorisca lo spirito di collaborazione per il bene comune, ravvivi la volontà di essere solidali, doni a tutti la speranza che viene da Dio.

Buon e Santo Natale!

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