ROMANO, L’Aspen Institute: un nemico permanente e subdolo della democrazia

Articolo, del 25 marzo 2012, di Italo Romano, tratto da: http://www.nocensura.com/2012/03/conoscete-laspen-institute-italia.html , che ha questa nota iniziale di Staff nocensura.com: «L’elenco dei membri del comitato esecutivo italiano dell’Aspen Institute lo trovate direttamente sul loro sito. Come potete osservare, riunisce elementi importanti del centrodestra (Giulio Tremonti, Gianni Letta, ecc.), del centrosinistra (Enrico Letta, Romano Prodi, ecc.), dell’imprenditoria (John Elkann, Emma Marcegaglia) e molte altre personalità, ad iniziare da Mario Monti. – L’Aspen Institute è legato a doppio filo al gruppo Bilderberg, la commissione trilaterale, il CFR e le altre associazioni sovranazionali di stampo massonico, che riuniscono i potenti del mondo». 

Conoscete l’Aspen Institute? La maggior parte di voi, sono sicuro, non ne ha mai sentito parlare; ma non c’è da meravigliarsene. Adesso vi spiegherò e capirete da voi la vostra ignoranza.

L’Aspen Institute è un’organizzazione internazionale no profit, fondata nel 1950 da un gruppo di intellettuali e uomini d’affari americani, convinti della necessità di rilanciare il dialogo, la conoscenza e i valori umanistici in una realtà geopolitica complessa e in continua evoluzione. Il suo fine ultimo è quello di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei. L’istituto e i suoi partner internazionali perseguono la creazione di un terreno comune di comprensione approfondita in uno scenario non ideologizzato, attraverso seminari, programmi culturali, conferenze e iniziative di promozione della leadership.

La sede centrale ufficiale è a Washington D.C., ma vi sono dei campus di riferimento ad Aspen, nel Colorado, e a Chesapeake Bay, nel Maryland.

Negli anni, si è formata una rete internazionale che ha visto la rapida ramificazione dell’istituto in giro per il mondo: Berlino, Roma, Lione, Tokyo, Nuova Delhi e Bucarest etc.

L’Aspen Institute è finanziato da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation, attraverso quote di iscrizione a seminari e donazioni individuali.

Tra i suoi affiliati ci sono leader della politica, dell’economia e intellettuali.

Attualmente, suo presidente mondiale e CEO è Walter Isaacson [vi dice qualcosa il nome? N.d.R.]. Jsaacson è l’ex presidente della CNN, [1] il canale televisivo statunitense più potente e conosciuto al mondo. Pensate: quest’uomo ha rinunciato ad una delle poltrone più ambite del pianeta pur di sedere in cima all’Aspen Institute: da un episodio del genere possiamo dedurre la planetaria importanza di questa organizzazione.

Quello che interessa noi, in questo delicato momento socio-politico che sta attraversando l’Italia, è la sede italiana di questo indefinibile istituto di origine statunitense.

Scavando tra i meandri del potere e risalendo i fili dei burattini, forse avremo una possibilità di scovare la matrice dell’inganno democratico in cui siamo stati imprigionati.

Aspen Institute in Italia

L’organizzazione, ufficialmente inizia ad operare sul territorio italiano nel 1984. Di forte caratterizzazione transatlantica (la storia parla da sé), l’Aspen Institute Italia ha due sedi: a Roma in via Santi Apostoli 49 e a Milano in via Vincenzo Monti 12. L’attuale [al 2012. N.d.R.] presidente della sezione italiana è Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e della Finanza.

L’Aspen Institute Italia riunisce il meglio dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni, della cultura e della politica. Non c’è settore che manchi all’appello: Generali, Fincantieri, Confindustria, la Rai, Mediaset, Pirelli, Poste Italiane, Società Autostrade, Enel, Fiat, ecc.

È un elenco incredibile: tutti i capitali italiani, di ogni settore, convergono nell’Aspen Institute come soci sostenitori. I loro (nostri?) danari, versati ufficialmente tramite una somma annuale uguale per tutti, finanziano le attività dell’ organizzazione.

Chi sono i soci sostenitori? Sono quelli che mettono i soldi, vengono ammessi a far parte dell’associazione dal Comitato esecutivo e sono rappresentati nel Consiglio generale dell’Istituto dai propri presidenti, amministratori delegati o direttori generali.

Ci sono, inoltre, anche i cosiddetti soci ordinari, personalità italiane e internazionali provenienti dal mondo accademico, politico, culturale e dei media, che sono chiamati a far parte dell’associazione dal Comitato esecutivo, ufficialmente [solo] per la loro fama accademica ed eccellenza professionale. Sul sito italiano si legge che essi «mettono a disposizione dell’Istituto la loro competenza e contribuiscono così alla qualità intellettuale e al patrimonio di idee dei programmi di Aspen, collaborando in forma gratuita alle diverse iniziative. Partecipano, tra l’altro, a gruppi di lavoro e task force che affrontano specifici problemi del panorama politico ed economico internazionale».

Questi soci, insomma, non solo portano avanti le loro idee ma si rendono disponibili ad appoggiare eventi specifici «su tematiche di rilevante interesse strategico».

Che significa? Che hanno il potere di veicolare le politiche del Paese?

Diamo un’occhiata ai nomi dei soci ordinari: Enrico Letta, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Fedele Confalonieri, Lucia Annunziata, Paolo Mieli, Francesco Caltagirone, Cesare Geronzi, Franco Frattini, Gianfranco Fini, Gianni Letta, Luca Montezemolo, Sergio Marchionne, Emma Mercegaglia, Tommaso Padoa Schioppa, Giuliano Amato, John Elkann, Lucio Stanca, ecc.

Allora è chiaro: più che una fantasiosa supposizione, il potere di veicolare le politiche del Paese è la palese oggettività.

[Quei soci] non sono certo «le allegre comari di Windsor»! Ciò che dicono è manifesto, ogni frase presente sul loro sito ha un che di vago, di generalizzato, di palesemente fuorviante, sembra un doppio sogno, con la sola differenza che non è un romanzo di Schnitzler ma la realtà.

Il portale dell’organizzazione è ben strutturato e le fondamenta della Comunità Aspen sono esaltate e messe in bella mostra. Ecco come presentano la loro identità e la loro missione: «Aspen Institute Italia è un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’ approfondimento, la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori».

[Sembra] una congregazione di supereroi che lottano per un mondo migliore; di persone sensibili e lungimiranti che, lontane dalle tentazioni del dio denaro, dirigono il pianeta verso la fratellanza e l’uguaglianza sociale; un gruppo di illuminati che si scambiano preziose nozioni, con l’obiettivo rispettabilissimo di sconfiggere i mali che affliggono questa martoriata terra: […] La missione di Aspen Institute Italia è l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni. L’Istituto concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della politica, dell’economia, della cultura e della società, con un’attenzione particolare alla business community italiana e internazionale». Riunite liberamente e senza condizionamenti, le persone qui possono dar sfogo al loro libero pensiero e scatenare la forza creatrice dell’ingegnosa mente umana.

Ora, mi volete far credere che tutta questa marmaglia di uomini politici, alta finanza e chi più ne ha più ne metta, non discuta minimamente della politica nostrana? A me sembra inevitabile, anzi ad essere cattivo mi verrebbe da dire che sia lo scopo principale di quest’organizzazione: dirigere, nelle retrovie del clamore mediatico, le sorti economiche e sociali del Paese, imponendo politiche ad hoc, per tutelare il potere dei veri padroni, a discapito della popolazione, che – ricordiamolo – è all’oscuro di tutto.

Immagino, dunque, che queste armoniose discussioni possano facilmente condizionare o quanto meno influenzare la politica dell’esecutivo, di qualunque schieramento esso sia.

Hanno anche un metodo con cui applicano la loro mission, da loro stessi identificato come «metodo Aspen». Questo “privilegia il confronto ed il dibattito ‘a porte chiuse’, favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva».

Il dibattito a porte chiuse è noto come uno dei migliori metodi per curare le piaghe di questo mondo crudele. Libertà di pensiero a porte chiuse, bel modo di perpetrare il bene comune.

Se solo ci avessimo pensato prima! Loro sono gli illuminati e ci hanno pensato molto tempo fa, pochi anni dopo la fine della Grande guerra, e così sono stati in grado di dirigere le sorti di nazioni intere. Alcuni complottisti lo definiscono Nuovo Ordine Mondiale. Bene, credo che l’Aspen sia una delle organizzazioni che fanno capo al progetto citato.

«Lo scopo non è quello di trovare risposte unanimi o semplicemente rassicuranti, ma di evidenziare la complessità dei fenomeni del mondo contemporaneo e incoraggiare quell’approfondimento culturale da cui emergano valori ed ideali universali capaci di ispirare una leadership moderna e consapevole».

La leadership che intendono loro è la dittatura totalitaria del Nuovo Ordine Mondiale, controllo tramite la paura, una sola neolingua, una sola moneta, un’umanità di automi ubbidienti e servili, oltre lo schiavismo. Uomini-robot, uomini macchine, nati per produrre e consumare, carne da macello per l’incremento del Pil.

Miguel Martinez ha definito [cfr. link apribile] l’Aspen Institute, per questa sua aleatorietà comunicativa, come una fabbrica di trita-nuvole. Questo evidente e premeditato abuso di vacuità e la sua neanche tanto occulta organizzazione piramidale, mi insospettisce, e non poco.

Non ho mai sentito parlare nessun alfiere della libera informazione dell’ Aspen Institute, né ho letto libri rivoluzionari che illustrassero agli Italiani beoti come si muovono i burattinai nelle retrovie. Credo che mai e poi mai nei vari «vieni via con me» sentiremo un’arringa che possa risvegliare minimamente il cervello dell’italiano medio. Dormite gente, e sognate con i vostri Travaglio, Saviano, Santoro, ecc. […]

Come si diventa membri dell’Aspen Institute?

È una domanda lecita, che dopo aver letto un po’ di roba, dovrebbe sorgere spontanea. Allora, ancora una volta, sono ricorso al sito web italiano dell’ organizzazione, per la serie «se vuoi nascondere qualcosa mettila in bella mostra, davanti agli occhi di tutti, tanto, vista l’ottusità generale, passerà tranquillamente inosservata».

Parto dal gradino più basso dell’organigramma piramidale, dalle new entrioes, cioè i giovani, chiamati Junior Fellows. Sul sito vi è scritto che: «Gli Aspen Junior Fellows sono un network internazionale di giovani ad alto potenziale formato dai ragazzi che hanno preso parte ai progetti “Aspen per la Nuova Leadership” nel 1999 e nel 2001, a cui sono aggiunti 22 nuovi membri nel 2004».

Come abbiano fatto questi fortunati ragazzi a partecipare a questi progetti non è spiegato. I requisiti richiesti [cfr. link apribile] sono basilari, ma se non sei segnalato da un socio dell’Aspen Institute la possibilità di entrare a far parte della famiglia sono pressoché nulle. E’ chiaro che l’Aspen non è roba per tutti. Come pure è evidente che non si tratta di corsi di formazione regionali a cui, noi comuni mortali, possiamo prendere parte. Non ho letto di bandi del genere, non mi sarebbe sfuggito. Qui, forgiano e plasmano la classe dirigente del futuro, allevano con dosi massicce di pappa reale veri e propri rampolli, predestinati, di sangue puro, che erediteranno, come le dinastie di un tempo, le sorti del mondo. Poco democratico, direi! Non vorrei risultare allarmate ma qui le cose quadrano sempre meno.

Conclusioni

Ho consultato svariato materiale sull’Aspen Institute, c’è tanto da leggere ed è tutto molto inquietante: Bilderberg, Commissione Trilaterale, Club of Rome, CFR, ecc.

Affiorano sempre gli stessi nomi. Saranno coincidenze, preferisco passare per paranoico, ma io non ho mai creduto alle coincidenze.

La verità è che siamo stati ingannati, ed oggi ci sono le prove. Ci hanno fatto credere che potevamo essere padroni del nostro destino, delegando ad altri le nostre speranze, chiudendoci in una cabina a scegliere prima fantocci e poi simboli senza significato. Ci hanno incantato, per anni, con dibattiti, liti, parapiglia mediatici e comizi deliranti; ci hanno mostrato due facce della stessa medaglia, e gli hanno dato nomi, facce e ideologie. L’alfa e l’omega, la destra e la sinistra: solo fandonie!

Ci hanno dato l’apparenza democratica, tramite la messa in scena di due finti schieramenti, in eterna lotta tra loro. Ci hanno fatto credere di essere liberi perché potevamo scegliere tra il burattino rosso e il burattino nero. CAZZATE!

Mentre noi eravamo impegnati a dividerci e scannarci, in nome di una illusione; mentre eravamo intenti a sputarci merda l’un l’altro sulle grandi astrazioni, questi personaggi hanno complottato nei retroscena nazionali le loro politiche contro il bene comune.

Ci hanno prosciugato di tutto e ci hanno reso un popolo schiavo, servile e – peggio ancora – fiero di esserlo.

La metamorfosi subita della società italiota (e non solo) è stata lenta ma inesorabile. Siamo dei selvaggi, ignoranti, vuoti, arroganti, e meschini. E anche ora che la verità è sotto i nostri occhi, non ce ne rendiamo conto, troppo indaffarati nell’inutilità, nell’apparenza, nel consumo sfrenato di questa finta civiltà progredita.

Hanno già deciso il nostro futuro: rifiuti, nucleare, energie rinnovabili, scuola, lavoro, ecc.

Noi siamo spettatori inermi e paganti.

La nostra unica forma di rivalsa, non violenta, sarebbe l’astensione in massa dalle urne e il boicottaggio di questa insulsa farsa.

Mi chiedo dove sono i paladini dell’informazione, quelli che ci raccontano le storielle magiche, quelli che ci parlano dell’orco cattivo, dell’uomo nero, dove sono quelli che fanno la «televisione alternativa», spacciandola come cultura, con i soldi della casa produttrice (Endemol [2]) del tanto odiato nemico (Silvio Berlusconi)? Sono maschere, commedianti che hanno esaurito il loro canovaccio, si mostrano cavalieri ma sono giullari nell’animo.

Riuscite a sentire le sbarre intorno a voi?

Sono prigioni immaginarie, erette nelle nostre deboli menti, con il solo scopo di manovrarci e renderci docili. Questa democrazia è il regime dell’Aspen Institute, qualsiasi burattino scegliamo, esso farà gli interessi dell’ organizzazione e attuerà le linea guida, anzi, il programma politico dettato dalla Comunità Aspen. Plasmerà l’opinione pubblica convincendola che queste nuove politiche siano le migliori possibili, per la felicità e la ricchezza dell’intera popolazione. Che la favola continui!

Sapete quel è il motto dell’Aspen Institute? Appare anche sul logo dell’organizzazione: «Timeless values, enlightened leadership» ovvero: «Valori senza tempo e leadership illuminata». Certo è che non lascia nessuno spazio all’immaginazione. Traete le vostre conclusioni, però ora non potete dire di non sapere; avete visto quant’è profonda la tana del bianconiglio!

Linkografia

http://www.aspeninstitute.it

http://www.nwo.it/aspen_genna.html

http://fondazione.camera.it/attivita/824/850/868/880/second.asp

http://www.kelebekler.com/occ/vaticano3.htm

http://www.panorama.it/italia/politica/articolo/ix1-A020001037221

http://www.archivionucleare.com/index.php/2006/03/22/patto-energetico-aspen-institute-italia

http://www.mclink.it/com/inform/art/06n10214.htm

http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari/CeMISS/dettaglio-news.htm?DetailID=3108

http://stopimperialism.be/American_Enterprise_Institute.php

http://www.fisicamente.net/index-200.htm

http://www.criticalpoint.it/news.php?cod=679

http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=70]

http://it.wikipedia.org/wiki/Aspen_Institute

http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari

NOTE

[1] Ha una sede anche in Italia, dove si appoggia al gruppo editoriale L’Espresso S.p.a. [cfr. link apribile], cui azionista di maggioranza è De Benedetti, che controlla una parte non indifferente del potere mediatico italiano. A proposito di media, sapete chi è uno dei giornalisti di matrice CNN in Italia? Alessio Vinci, il tipo che ha preso il posto di Mentana nella conduzione della trasmissione Matrix (in effetti quel «Thank you, good night and see you soon» che recita alla fine di ogni puntata, doveva averlo sentito da qualche parte?!).

[2] Endemol è una società produttrici di format televisivi controllata di Mediaset, ergo dalla famiglia Berlusconi. In questi giorni infuria la polemica tra l’attuale Governo in carica di re Silvio e la trasmissione condotta da Fazio e Saviano «Vieni via con me», rea di essere apertamente schierata con l’opposizione. Tanto clamore solo per fare pubblicità al format e omettere, ancora una volta, la verità. E’ tutto finto. I vostri condottieri della libera informazione e della cultura italiota sono nel libro paga del regime.

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