CANEPA, 2012, La fucina Del Favero a Perarolo di Cadore

«La fucina Del Favero a Perarolo di Cadore. Proposta di musealizzazione del sito» è la tesi di laurea presentata da Annamaria Canepo, alla fine dell’anno accademico 2011-2012, all’Università Ca’ Foscari di Venezia, con relatore il prof. Glauco Sanga. È qui leggibile e scaricabile:

Questo l’indice: Introduzione / Cap. 1: Introduzione storica / Cap. 2: La fucina Del Favero: dalla nascita dell’attività all’ultimo fabbro / Cap. 3: Descrizione del sito / Cap. 4: Analisi ragionata dell’intervento / Cap. 5: Il contesto museale [un paragrafo è dedicato al Museo del Ferro e del Chiodo, di Forno di Zoldo] / Cap. 6: Una proposta museale / Appendice: le schede d’inventariazione / Bibliografia.

Andrea Del Favero, di Perarolo (fotografia riportata nella tesi)

Questa l’Introduzione:

Bertold Brecht in una poesia parlava di oggetti felici, resi tali dal loro utilizzo: ogni ammaccatura, ogni graffio, erano testimoni di questa felicità. Ma un martello da solo non può raccontare la sua storia, è un muto testimone delle mani che lo hanno impugnato, del ferro che ha battuto, degli oggetti che ha contribuito a costruire, è quindi plausibile sostenere che solo l’osservazione del suo utilizzo ne possa raccontare la storia. Ma quando gli oggetti smettono di essere utilizzati, quando perdono la loro funzione essi tornano ad essere muti e diventano inevitabilmente oggetti da museo. Sta nelle capacità di chi crea un percorso museale riuscire a far parlare di nuovo il materiale esposto e fornire ai visitatori gli strumenti necessari per poter leggere le storie degli oggetti. Da questo punto è possibile partire per introdurre la seguente tesi, la quale pone le sue basi su un intervento di recupero che si è svolto tra il 2006 e il 2008 presso una officina fabbrile situata a Perarolo di Cadore in provincia di Belluno e che fu attiva dalla prima metà del XIX agli anni ’80 del XX secolo.

Il progetto si poneva l’obiettivo principale di mettere in sicurezza un sito del quale, anche se non se ne conoscevano con esattezza le potenzialità, si poteva intuire al primo sguardo che possedeva un notevole valore per la quantità del materiale in esso contenuto. I dati rilevati durante l’intervento sono il perno attorno al quale si sviluppa questo elaborato, il quale vuole mettere l’accento sul valore di un sito non solo per quello che riguarda il valore effettivo come testimone di cultura materiale ma anche per quello che questa officina simboleggia all’interno della storia di un piccolo centro abitato del Cadore.

Perarolo è oramai solo un piccolo Comune, abitato da poche centinaia di persone, ma in sé conserva le tracce e il ricordo di un passato importante e l’officina Del Favero, con la sua storia è un simbolo delle vicissitudini socio economiche del paese stesso.

Gli oggetti sono al centro di questo studio, l’inventario e l’intervento di messa in sicurezza del sito sono il corpo centrale dell’elaborato e descrivono le diverse fasi dell’intervento di conservazione e la procedura utilizzata per inventariare i pezzi; questi ultimi sono poi stati analizzati secondo alcuni fattori che riguardano lo stato di conservazione, la tipologia e la funzione degli oggetti. attorno a questo corpo centrale si sviluppano alcuni capitoli integrativi che hanno il compito di introdurre e descrivere il contesto storico, culturale e il panorama museale attualmente esistente in cui sorge il sito della fucina Del Favero. In tali capitoli sono presenti, oltre a una introduzione storica generale, anche una breve ricostruzione della storia dell’officina e delle trasformazioni che questa attività ha subito nel corso degli anni e che sono strettamente legate alla storia del commercio del legname in Cadore a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Viene dato spazio anche alla vita e al lavoro dell’ultimo fabbro grazie a una ricostruzione che si basa su testimonianze orali e sull’analisi del materiale documentario ritrovato nel sito stesso. In questo elaborato è stato ritenuto utile l’uso di fonti diversificate, tra le quali le fonti orali, come strumento di lavoro e allo stesso tempo occasione per imparare l’utilizzo di tale metodologia di ricerca.

Le schede di inventariazione dei pezzi presenti nella fucina Del Favero sono riportate in appendice all’elaborato, è importante sottolineare che per le terminologie dialettali è stato seguito il metodo proposto dalla rivista italiana di dialettologia, [1] che suggerisce il sistema semplificato di trascrizione da utilizzare per riportare nella grafia italiana i suoni della pronuncia dialettale.

La parte finale dello studio propone una serie di spunti e una interpretazione del sito che pone le sue basi sul lavoro di conservazione e inventariazione svolto negli anni passati e si focalizza nell’ottica di una futura musealizzazione dell’officina, una proposta dettata da una interpretazione personale e dalla conoscenza del patrimonio materiale, oggettuale, documentario e infine anche affettivo e simbolico della Fucina Del Favero.

NOTA


[1] G. Sanga, 1977.

Cfr. anche:

Perarolo, pre 1915, a
Perarolo, pre 1915, b
Perarolo di Cadore nel 1941, ove Piave e Boite si uniscono, m 532 di altitudine.

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