DON FLORIANO, Il vescovo Marangoni DEVE chiedere scusa ai preti

Il vescovo Marangoni

Di don Floriano Pellegrini

È di pochi giorni fa una lettera dell’attuale vescovo di Belluno-Feltre, mons. Renato Marangoni, che è un capolavoro di falsità; sorprende e indigna.

1) Dice che parla a nome della diocesi e, certo, ufficialmente è così, ma in realtà chi ha consultato, se non eventualmente i soliti, che gli danno ragione per partito preso? Da quando è venuto, tre anni e mezzo fa, non ha mai fatto una riunione generale del clero, mentre prima ci si incontrava quasi tutti i mesi. Quindi parla a nome del clero tanto per dire.

2) Chiede scusa a separati e divorziati, per averli – dice – “spesso ignorati nelle nostre comunità parrocchiali… per atteggiamenti di giudizio e di critica”: falso, completamente falso! Come preti abbiamo sempre avuto o, almeno, ci siamo sempre sforzati di avere un atteggiamento di comprensione, un cercare di andare incontro e rimediare; ma, ovviamente, da sacerdoti vincolati alla parola di Dio, che stabilisce ciò che è bene e ciò che non lo è, non da buonisti alla maniera dei massoni.

3) Chiede scusa perché “abbiamo per un lungo tempo dichiarato che non potevate essere pienamente ammessi ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia”: è vero, ma non ce ne facciamo una colpa, non è forse questa la dottrina della Chiesa di sempre? Come preti, non siamo stati degli stupidi ma degli obbedienti al Vangelo e il Vangelo parla chiaro. Al contrario, il vescovo doveva incoraggiare e ringraziare i preti per quanto fatto: ma non si rende conto che è facile fare i buonisti e difficile e doloroso dover dire a volte dei no? Ma per il Marangoni, che pure ha studiato teologia come tutti noi, non esiste più il peccato? Glielo chiedo, perché non ne parla più, parla solo di ferite psicologiche… Poveri noi!  

Il vescovo Marangoni, perciò, DEVE capire che ha offeso noi preti, a parte i soliti lecchini, e chieder scusa a noi, dal profondo, per averci accusato di aver mancato di carità e di saggezza pastorale, quando invece si è sempre cercato, riuscendoci più o meno, di essere dei veri sacerdoti!

P.S. Questa la lettera, come diffusa dal sito della diocesi, cioè al link: http://www.chiesabellunofeltre.it/wp-content/uploads/sites/2/2017/12/20/lett-famiglie-ferite-22-11-19.pdf :

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2 Risposte a “DON FLORIANO, Il vescovo Marangoni DEVE chiedere scusa ai preti”

  1. Caro Confratello Floriano Pellegrini,

    nel porgerti tutta la mia fraterna solidarietà sacerdotale per quanto hai scritto e per come lo hai scritto, ti segnalo, casomai ti fosse sfuggito, l’articolo da me dedicato alla triste vicenda sulla colonne della riviste telematica L’Isola di Patmos.

    https://isoladipatmos.com/la-puttana-di-belluno-e-un-vescovo-che-come-pastore-ha-preso-delle-pecore-lodore-piu-tipico-lodore-della-merda-si-tratta-della-merda-peggiore-quella-degli-invertitori-satanici-domandare-pe/

    In Cristo Signore tuo,

    Ariel S. Levi di Gualdo, presbitero

    1. Caro Confratello,
      Le sono grato dello scritto e l’ho pubblicato.
      Mi corre però obbligo manifestarLe che, sì, avevo letto quanto da Lei scritto e l’avevo apprezzato nella parte dottrinale, che è quella che ben conosciamo, ma ero rimasto assai sorpreso dal tono che ha usato. Mi permetta di dirLe che quel Suo articolo va rivisto, togliendo, in tutto e per tutto, quei paragoni assurdi e offensivi. Anche nella diversità di idee o di sensibilità pastorale ci corre obbligo essere caritatevoli, giusti, per quanto possibile dei signori della parola, senza mai scendere ad un livello di volgarità. Comprendo che non sempre sia facile farlo, ma siamo tenuti strettamente a questo stile. C’è una bellezza del Pastore, in quanto tale, e del Ministero sacerdotale ed episcopale, che deve essere sempre preservata e difesa; Gesù dice che dobbiamo essere sale e luce; chi ci avvicina e legge, perciò, dovrebbe sempre sentire, anche nella polemica, un gusto e un insegnamento, non provarne disgusto e scandalo.
      Io non diventerò mai vescovo, per quanto abbia visto che lo siano diventati sacerdoti con esperienza pastorale infinitamente più limitata della mia, ma sento egualmente dentro questa Missione, che è l’eco nella storia del cuore palpitante di Gesù redentore, Verbo incarnato per amore, un tutt’uno con la nostra di presbiteri. Conosco la persona di mons. Renato Marangoni, ci vediamo poco ma di lui so varie cose (visto che è nato nel paese di certi miei parenti) e mi rendo ben conto di ciò che può spingerlo a cercare vie nuove in una situazione di crisi della vita cristiana, nelle nostre comunità parrocchiali, quale non avrei mai immaginato di vedere.
      Forse anch’io sono stato un po’ duro con lui, ma vuole e vorrebbe essere semplicemente, questa mia, la fermezza (non durezza) di un fratello che cerca di capire e, a sua volta, aiutare l’altro fratello nel dono del sacerdozio, suscitatore di una responsabilità grande e di un impegno non semplice, ma entusiasmante.
      Magari ci fossero tanti sacerdoti e vescovi che riescono, come Lei, ad avere sensibilità per la magnifica tradizione, cioè vita vissuta, della Chiesa Cattolica, senza con ciò ripiegarsi su se stessi, in nostalgie infruttuose. Nel mio giardinetto c’è una pianta di susini, esposta a mille difficoltà di venti e geli, eppure in primavera fa germogliare fiori nuovi, sui suoi rami vecchi e, in quei fiori, gli stessi rami vecchi ringiovaniscono; così vedo la Chiesa, così vedo il sacerdozio, l’episcopato e il nostro umile servizio di presbiteri. Le auguro ogni bene e La prego di tener conto del suggerimento che mi sono permesso di rivolgerLe sopra. Spero un giorno di conoscerLa di persona e mi affido alla Sua benedizione. Laudetur Iesus Christus.
      Don Floriano Pellegrini

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