DON FLORIANO, La S. Messa per gli infoibati

Come comunità cristiana di Zoldo, ieri abbiamo ricordato le vittime dei partigiani, italiani e iugoslavi, uccisi e gettati (in alcuni casi ancora vivi) nelle foibe alla fine della seconda Guerra Mondiale. In loro suffragio, oltreché memoria umana, è stata celebrata una S. Messa a Fusine, alle ore 10. I partecipanti sono stati una ventina, cioè pochi, perché la giornata ieri era bellissima, quasi primaverile, e molti turisti o erano andati alla S. Messa del sabato sera (prefestiva) o saranno andati a fine giornata, rientrati nei loro paesi.

Ho ricordato brevemente le vittime delle foibe e dell’odio ideologico, ancora vivo – purtroppo – tra gli esseri umani. Il coordinatore di valle della Giornata del Ricordo, Max Enrico Cordella, ha offerto un mazzo di rose multicolori, racchiuse e unite da un fiocco tricolore, simbolo dell’Italia una e molteplice nelle identità. Tale mazzo di rose è stato posto ai piedi dell’altare maggiore rivolto al popolo, all’inizio della S. Messa, evi è rimasto per tutta la sua durata, quando è stato posto sull’altare della Madonna.

Il sindaco, dott. Camillo De Pellegrin, e l’Amministrazione comunale si sono fatti notare, anche questa volta, per la loro eloquente assenza.

***