LAZZARINI, Usi e costumi della Venezia rinascimentale

Articolo di Danilo Lazzarini, del 25 gennaio 2021 (di oggi), tratto da: https://www.venetostoria.com/?p=19442&fbclid=IwAR0ZAlkKC_SFW0xfCSjkirlE6JmUOkGAMz8Kt6D3ycrJ6UHfQFsI6pU9mTM

[…] Sono ben noti i dettagliati diari del viaggio a Gerusalemme compiuto nel 1494 da Pietro Casola (Milano 1427 – Corbetta 1507) [cfr. Viaggio a Gerusalemme, autografo esistente nella Biblioteca Trivulzio, a Milano].

Di famiglia nobile, egli arrivò ad essere canonico della Basilica di Sant’ Ambrogio. Nel suo viaggio, si era fermato a Venezia e così descrive, dettagliatamente, le attitudini degli abitanti.

Dei Veneziani dice: «Ho considerato le qualità di questi gentilhomeni venetiani, che sono per la maior parte belli homini e grandi, astuti, e in le loro faccende molto scaltri; e bisogna chi [ha] a contrastare con loro tenda bene le oregie [=orecchie] e li ogii [=occhi]; sono alteri; credo sia per il grande dominio che hanno. E quando nasce uno fiolo ad un venetiano, per se dicono che è “nato uno signore al mondo”».

E continua: «In nel viver suo a caxa son molto modesti, fora di caxa molto liberali. Mantiene la città di Venetia lo antiquo modo suo nel vestire longo, e col colore come si voglia. Non uscisse de giorno mai persona de caxa se non è vestita de longo e per la maior parte di nero […] abito certo pieno de fede e de gravità; pareano tutti doctori de lege e quando uno se parisse [=facesse vedere] fora de casa senza la sua toga sarebbe reputato pazzo».

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