MONEGO, 2019, Il toponimo Goima e i suoi simili

Splendida immagine della Moiazza e del villaggio di Chiesa di Gòima, in Val di Zoldo

Del dott. Pietro Monego

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Non è ancora chiaro da quale parola derivi il toponimo Goima (pronuncia Góima, in parlata locale Gùeima). In fase di ricerca, può tornar utile, perciò, un raffronto con toponimi simili, quali (in ordine alfabetico):

GOI, GOJ: in dialetto bergamasco indica un «corso d’acqua con gole e forre particolarmente profonde» oppure un «punto in cui l’acqua è profonda». Questo dialetto deriva dal latino volgare innestato sulla precedente lingua celtica, parlata dai Galli. Con il trascorrere del tempo ha subìto varie modifiche, le più importanti delle quali sono avvenute durante la dominazione longobarda.

Il toponimo Goi è molto diffuso anche in Trentino: Aial del Gòi = spiazzo, Ossana; Campo dei Gói = campagna coltivata, Scurelle; Gói = maso abitato e campagna, Castel Ivano; Pra del Gòi = bosco di conifere, Amblar-Don; Pradicói = pascolo, Peio; Gòi = maso e prato annesso, Levico Terme; Strada dei Gòi = strada sterrata privata, Levico Terme; Coregion dei Gòi = canalone erosivo, Levico Terme.

GOIE: toponimo presente nel territorio comunale di Gosaldo Agordino. Deriva dalla  forma dialettale dogaia, «canale di scarico» (De Nardin e Tomasi, I nomi dei luoghi della conca agordina, n. 690).

GONA: toponimo presente nel territorio comunale di Rivamonte Agordino. Al riguardo De Nardin e Tomasi scrivono: «Toponimo assai difficile, forse dal sostrato. Gli unici riscontri sono con appellativi sardi e un corrispettivo Gona nella zona fra Fregona e Cordignano nel 1231. Molto probabilmente sta per “declivo, sponda del monte”» (I nomi dei luoghi della conca agordina, n. 1585).

GUAIM: sta per GUADIME, convertita, come quasi sempre, in G la W germanica: dall’a.a. ted. VEIDA ( = mod. Weide, celt. guim)  foraggio,  erba, onde weidanjan, veidôn  pascere (cfr. Guadagnare e Guado). L’erba tenera che nasce ne’ campi e ne’ prati dopo la falciatura (da: Francesco Bonomi, Vocabolario etimologico della lingua italiana) [cfr. anche a. fr. waïn, gaïn che per sta per gaain pastura, cultura, onde gaaigner coltivare i campi e il mod. re-gain propriam. seconda raccolta].

GUAMAGGIORE:  è una località della Sardegna, nelle carte medievali indicata come GOI MAIORI. Il termine Goi verrebbe dalla lingua basca e indicherebbe un’altura (cfr. Massimo Pittau, Dizionario della lingua sarda, vol. II).

GUIA: toponimo nel territorio comunale di Valdobbiadene (Treviso). Giovanni Tomasi, in: Toponomastica germanica nel Cenedese (del 2004), precisa: «[…] vecchia regola documentata dal 1260­1314 come Guigla, con una chiesa intitolata a san Giacomo, in dial. Gàia, Guia. Olivieri propose un’ etimo dal n. p. germanico Wid (Guido), mentre per Pellegrini deriva dal latino aculea. col senso di cima, punta. Tale ipotesi secondo me va bene per il monte di Goia presso il S. Boldo (citato nel 1455-1577) o per il Col de le Àgoi (Formeniga 1546), ma mi sembra difficile applicarla a questa Guia, picco o centro a quota 300 nella valle del torrente Raboso, presso Fontana. Va inoltre tenuto presente che due regole, Guigla pigola, Guigla majon sono localizzate nella zona di Chiarano nel 1314 (documentate sino al sec. XVI avanzato). Orbene Chiarano è sita fra Oderzo e Caorle, presso le lagune medioevali e quindi queste Guie non possono certo derivare da “cima, punta, acuta”. Penso quindi ad una derivazione germanica, cfr il francone guha (REW 3912) “tonfano, stagno da cui in dialetti francesi sudorientali guye, piemontese goya, lombardo gol, che tra l’altro ha dato in Lombardia Goggia, Goglio. Data l’accentazione dialettale Guia potrebbe anche rifarsi all’italiano guiggia, anch’esso dj origine germanica, da windica “cintura” (vedi DEI sub voce), col senso dei toponimi di tipo Centa. Pres-, so Guia anche una Ometta,nel 1314 Guigleta; forse anche l’aggettivo guièl, cfr Fra Guiel (Corbamese 1468), case Gmel (Mei, BL), Pecol Guielon (Farro 1463, confina a mezzogiorno il rio di Fontanelle)».

GUIE:  nel territorio comunale di Agordo. Trattasi di un toponimo che deriva dal latino acuculae, «punte di terreno» (De Nardin e Tomasi, n. 154).

GÜLLJ: deriva dall’antico francone e indica uno stagno o una pozza d’acqua. Il patois franco-provenzale ne fa largo uso: Güllj, d’Güllj,Gülljumuart.

GULLJA: in lingua longobarda e nell’antico tedesco indicava una pozza d’acqua.

GUAMO, toponimo in comune di  Capannori (Lucca). Su questo toponimo così si è espresso il glottologo Silvio Pieri in Toponomastica delle valli del Serchio e della Lima, 1898, pag. 208:  «Guamo, nome aggiunto di tre paesi a mzg. di Lc. (S. Pietro a-, ecc.), Cap.; = Wlamo V 2a 19 (740), Wrammo IV 2a App. 72 (897), Wamo V 2a 21 (746), Vuamo ib. 194 ( 806), ib. 242 ( 816), ib. 580 e ’81 (886), Wuamo ib. 601 (890). Con la forma mod. già in IV 1a App. 67 (719). – La forma originaria deve esser Wlamo, che poté perdere assai facilmente la li­quida del nesso iniziale; ed è ovvio il pensare ad un personale *Wlam (WiIleramo, X 393 s. Willo, troppo né dista), che lascio ad altri di rintracciare; cfr. Wamalberti, gen.: V 3a 211 (quinquies; 945), che fu appunto un proprietario là verso Guamo».

Secondo la prof.ssa Maria Giovanna Arcamone (in:  Die langobardische Toponomastik zwischen Germania und Romania,  Uppsala, 2002, p. 23), deriverebbe invece da « * agwjö `Aue, Insel’, it. Augia, Olgia, Olgia(te) (Lombardei), Guamo <*älterem (A)guamo (Toskana, bei der wichtigen langobardischen Herzogsstadt Lucca) <*agwjo-+-*haima- (siehe *haima-); vgl. -auia im lat. Sca(n)din-auia (it. Scandinavia), franz. Eve (und andere Varianten); dt. Aue, Au(heim), (Land)au, (Alton)a < Alten-au, engl. Eye, Ey(am), (Whitn)ey, schwed. Öja, Öja(by), (Vand) ». La Arcamone aveva espresso la stessa opinione:

* nel 1994, in: Guamo, (Capannori, Lucca) e Ghemme (Novara) [in: DEL LUNGO, G. et al. (1994, eds.), Studi in onore di Carlo Alberto Mastrelli. Scritti di allievi e amici fiorentini, Unipress, Firenze]: « *agwjo, villaggio parzialmente ricoperto d’acqua, forse toponimo originario di Guamo  (Lucca, Toscana) » ;

* nel 2012, in: Langobard and Anglo – Saxon Place Names: A comparison  di Maria Giovanna Arcamone, p. 63, (gli Atti sono stati stampati nel 2014), in cui ribadisce: «12. *agwjō-+-*haima- ‘village partly surrounded by water’: It. Guamo (< *Ag-uamo; Lucca, Tuscany) (Arcamone 1994a; 2006: 24), G. Auheim (Hessen) = OE ēġ(tūn), Ey(ton) Shrops, H&W (Gelling 1984: 36, 37; Mills 1993: 126; Watts 2004: 222); (see also 1. *agwjō-and 11.*haima-) ».

La tesi della Arcamone è condivisa da Andrea Marino nella ricerca «Un panorama toponomastico della Lucchesia», presentata all’Università degli Studi di Pisa, con il prof. Francesco Rovai, nell’anno accademico 2016-17 (a p. 13). [La ricerca del Marino appare particolarmente interessante secondo altri profili e confronti linguistici, per cui, come blog, la pubblichiamo nel post seguente].

Tramonto sulla Moiazza, in val di Gòima

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