DON FLORIANO, Un principio di alluvione [altro che principio!]

[Così avevo scritto sei giorni fa, lunedì pomeriggio, ed ero già pronto a spedire l’articolo, quando è scoppiato l’inferno, è mancata la corrente elettrica e ogni comunicazione via telefono e internet! Solo nella serata di ieri l’altro, 3 novembre, dopo cinque giorni completi d’interruzione, telefoni i cellulari hanno ripreso a funzionare, mentre internet comincia stentatamente a funzionare solo adesso, alle 1:30 del 5 novembre]

Da sabato sera il tempo s’è fatto pessimo, accrescendo sempre più le difficoltà di spostamento in valle e fuori valle. Una pioggia fitta e continua ha ingrossato paurosamente i torrenti annui ed ha fatto scaturire ruscelli nei prati, nei punti del resto ben noti per questi fenomeni stagionali. Una leggera tromba d’aria o, almeno, un vento d’insolita forza, sabato ha gettato a terra circa 600 abeti sulla montagna sovrastante il cimitero di Fusine, sul costone verso Soramaè, e fatto volare fiori e candele posti sulle tombe.

Ieri mattina il paesaggio, su quel lato della montagna, era piuttosto deso-lante e, comunque, significativo. A tratti il cielo s’è schiarito e durante la notte tra domenica e oggi, lunedì, la pioggia è in parte cessata, ma era un finto ritorno al bel tempo. Ieri, frattanto, la strada del canale verso Longarone è stata chiusa al traffico, per pericolo di frane, dopo che già s’erano verificati degli smottamenti a Mezzocanale e in altri punto, tra Forno e Igne. Il servizio di autobus è stato necessariamente sospeso e neppure le auto, magari di turisti desiderosi di tornare a casa, hanno potuto uscire dalla valle per quella via. Il passo Duran era aperto al transito, ma su segnalazione del pericolo e della responsabilità personali. Il passo Staulanza era agibile, ma non per scendere a Belluno, in quanto l’Agordina (anche da dopo il Duran) risultava bloccata in vari punti. È rimasto agibile il passo Cibiana, ma sempre con l’avvertenza seria di correre pericoli reali, sicché quasi nessuno l’ha frequentato, arrendendosi alla necessità di restare a casa, in Zoldo, anche se con veri impegni fuori valle, ad esempio visite in ospedale, che hanno dovuto essere sospese.

Oggi la pioggia è stata insistente, soprattutto al pomeriggio, con vento rombante, lampi e tuoni, pur non frequenti ma senza interruzione nel tempo, e pioggia che (come appare da una fotografia seguente) ha reso i prati in pozzanghere, radendo i fili d’erba. Le fotografie sono state fatte, senza intenti estetici ma solo per una piccola documentazione dell’atmosfera, tra le 15.30 e le 15.45: sembrava fosse già quasi notte!

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