Un video, del 16 maggio 1965, riguardante Forno di Zoldo

Val di Zoldo, 2 luglio 2008. veduta della valle dalle pendici del massiccio del Bosco Nero. In fondovalle, a sinistra, Forno, a destra Casal, Pieve e più oltre Astragal

Questo video ci è stato gentilmente segnalato dall’ing. Vittorio Lazzaris, che ringraziamo.

Personalmente, lo conoscevo già ma non mi ero ancora deciso a pubblicarlo. Per due motivi: 1) Il carattere familiare mi sembrava renderlo (ma non è vero) meno interessante; 2) La situazione di Forno mi appariva molto diversa da quella conosciuta da me a Zoldo Alto durante l’infanzia (sono del 1956) e di cui ho ricordi assai nitidi, che scendono fino agli anni dell’asilo (si immagini che pochi giorni fa ho scoperto da cosa derivava un certo gusto particolare delle minestre che ci facevano le suore all’asilo: dalle carote! E sono passati 60 anni! Ho provato qualche attimo di commozione …). La differenza tra quanto da me percepito e vissuto nel contesto più agricolo dell’alta Val di Zoldo e quello documentato dal video, me lo rendeva e ancora rende in parte estraneo. Pur tuttavia è ben vero che costituisce una buona documentazione visiva sul vissuto di allora.

Mi ha colpito, rivedendolo, la sensazione di abbandono dei paesi, la scarsità delle persone, assieme ad un principio di benessere o rinnovamento delle case che a Zoldo Alto ancora non c’era o stentava a partire e, di lì a qualche anno, sarebbe esploso come vero boom edilizio. In bene e in male. Ho osservato le molte attività commerciali, ora assai ridotte; si può facilmente intuire che quelle strade sono solo momentaneamente vuote ma i paesi ancora abitati da una consistente popolazione anagrafica; non ho presenti, in questo momento i dati di Forno, so però a memoria che a Coi in quegli anni eravamo 248 persone e ora siamo ridotti a 34, qualcuno in più se si contano i finti residenti. Altro che sviluppo di Zoldo! Non parliamo di mucche e di agricoltura, sfalcio dei prati e cura dei boschi: non c’è paragone. Mio padre, allora casaro solo di Coi, s’era ridotto ad essere l’unico casaro di tutto Zoldo, già una ventina d’anni fa.

Dalla pagina di You Tube che diffonde il video anche da noi ripubblicato, apprendiamo che lì era stato pubblicato, il 13 ottobre 2012, da Nico Cero (cfr. nicoceroyou ) e che, oggi come oggi, ha avuto il bel numero di 4.335 visualizzazioni. Nico lo presenta così: «In primavera si andava in quel di Zoldo a fissare un appartamento per il mese di agosto. Quell’anno fummo accompagnati in auto da Gianni. Ancora una volta sorprendenti il tempismo e la precisione di papà Feruccio nel descrivere, con continui piccoli particolari, lo svolgersi del viaggio. Tutto inizia con mamma che chiude la porta di casa, poi l’attesa all’imbarcadero, poi l’ora dell’appuntamento. E ancora le varie soste, anche per far riprendersi il mio stomaco. E le visite ai parenti… e così via».

Tre cartoline di Forno forse agli inizi degli anni ’60 del Novecento

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