Battipaglia: «Io non festeggio 150 anni di bugie»

Nella foto: Ferdinando II di Borbone, nato a Palermo il 12 gennaio 1810 e morto a Caserta il 22 maggio 1859, diventò re delle Due Sicilie nel novembre del 1830, a soli 20 anni,

È vero che l’articolo è di quattro anni fa (del 14 febbraio 2014) ma riteniamo del tutto utile divulgarlo, complimentandoci per l’onestà intellettuale evidenziata e auspicando che cresca sempre più la consapevolezza, in ogni Popolo della penisola italica (e non solo), della propria identità storica.

Finalmente anche tra i docenti e tra gli studenti del Mezzogiorno cresce la protesta contro chi impone nelle scuole testi storici falsi che raccontano bugie sul Meridione

Ragazzi, il Sud sta cambiando. Non grazie all’Italia – Paese al tramonto, finito sotto il gioco massonico di una pessima Unione europea dove finanza e banche dettano legge – ma grazie ai giovani del Mezzogiorno. Che, adesso, contestano, con dati di fatto, i libri di storia. Com’è accaduto a Battipaglia, comune della Campania, dove gli studenti della classe III C della scuola media «Alfonso Gatto» hanno contestato, punto per punto, la ricostruzione del Regno delle due Sicilia prima della conquista da parte dei predoni di Casa Savoia.

I ragazzi, leggiamo su Il Mattino.it, «hanno confutato rigo per rigo i paragrafi del loro manuale di storia attraverso consultazioni storiografiche e approfondimenti documentali. Poi hanno verbalizzato in classe il loro disappunto portando all’attenzione del preside il frutto delle ricerche. Obiettivo: smontare la tesi di un Mezzogiorno subalterno al Nord alla vigilia dell’unificazione d’Italia».

Sotto accusa è finito il libro di Franco Amerini e Roberto Roveda «Chiedi alla storia», edito da Bruno Mondadori e destinato alle scuole medie. I 23 studenti della terza media, a proposito della cosiddetta «unificazione del Regno d’Italia», hanno contestato un paragrafo del libro di storia. ritenuto «discordante» con gli studi di approfondimento avviati sotto la supervisione del loro docente di storia, Gerardo Granito.

Insomma, il messaggio di un Sud d’Italia vittima, durante il cosiddetto Risorgimento, di una storiografia truffaldina e falsa, sta passando. Comincia a diventare un patrimonio non più di pochi – come ai tempi dei libri di Carlo Alianello – ma di tanti: anche dei docenti delle scuole del Sud e degli studenti.

Interessante anche il dibattito che si sta sviluppando. Riportiamo di seguito un post scritto sempre su Il Mattino.it.:

«Caro signore», scrive X. M., «questi sono i dati che i libri, contestati da questi ragazzi, hanno diffuso per oltre un secolo e mezzo e sui quali Lei si formato, evidentemente in modo acritico e dando per scontato che siano frutto di ricerche e citando statistiche molto dubbie. Ad altri risulta, invece, che il numero degli iscritti alle Università di Napoli e Palermo, nel Regno delle due Sicilie, fosse superiore a quelli del resto d’Italia messo insieme; che a Napoli venisse pubblicato un gran numero di giornali, che le finanze borboniche fossero in ordine e floridissime, che il più grande stabilimento siderurgico d’Italia fosse in Calabria, che i cantieri navali di Castellammare di Stabia fossero all’avanguardia e che il primo battello a vapore fosse stato costruito proprio lì […]. Certo, non era il paradiso, era uno Stato indipendente e pacifico che stava provando ad uscire dal giogo feudale e avviarsi verso la modernità. Ce l’avrebbe fatta? Non ce l’avrebbe fatta? Fatto sta che, quando subì quella che alcuni chiamano unità ed altri aggressione , le casse stracolme di danaro dei Banchi di Napoli e di Sicilia presero le vie del Piemonte e da lì ebbe inizio quella che poi venne chiamata “questione meridionale”. Perciò, finiamola con l’auto-denigrazione; la cancellazione della memoria storica dei Popoli sottomessi è l’obiettivo preciso di ogni oppressore».

Mappa dei 23 distretti di Sicilia secondo la costituzione del 1812 (1812-1817).

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