CAMON, La nostra vera patria è il Comune (la Comunità locale)

Val di Zoldo, Arsiera, balcone fiorito

Di Ferdinando Camon, del 24 giugno … , «Corriere delle Alpi», pp. 1 e 23. Vedeva giusto, già allora, su tante cose: la stessa idea di Padania, inventata da sior Bossi, in realtà era (esiste ancora?) un’autentica pazzia o, se si preferisce, una plateale presa per i fondelli., soprattutto di noi Veneti!

Non siamo fratelli, la cosiddetta Padania non è una patria, e non ci unifica. Ieri il segretario milanese della Lega, Igor Iezzi, dichiarava che la Padania è una unità politica con capitale Milano. Milano è dunque la nostra capitale? La Padania, nel concetto di Bossi, è un’entità politica dominata da un partito, la Lega Nord.

Ma la Lega Nord è il partito espresso dai Veneti o è un partito lombardo, nato per mangiare la Liga Veneta?

Bossi mette in guardia i Lombardi contro i Veneti: dice che i Lombardi sono Galli, mentre i Veneti sono Illiri e gli Illiri sono traditori. Mi sembra un’elucubrazione figlia di cattivi studi elementari e medi. In fondo, se il Trota [il figlio di Umberto Bossi. N.d.R.]  veniva bocciato alla maturità, non è che il padre corresse come un treno con gli esami, all’università di Padova.

La realtà è che, nelle due guerre mondiali, Veneti, Friulani e Giuliani sono morti a caterve, come soldati di prima linea: la monarchia era piemontese, e la casta militare pure. C’era un certo disprezzo verso la carne da cannone delle Venezie, del Meridione e delle Isole. In tutti i film del neorealismo, al momento dell’assalto si parlava veneto: il dialetto delle Venezie era la lingua dei morituri in guerra e dei crumiri in fabbrica.

Non solo nella prima guerra mondiale, ma anche nella seconda, gli attuali Altoatesini combattevano un’altra guerra: nei loro cimiteri sulle tombe stanno elmi tedeschi, e la loro guerra parte dal ’39. Oggi ci parlano in italiano solo quando hanno interesse, nella stagione turistica.

Ma, come parlata, non è che [neppure] il friulano sia comprensibile da un Veneto.

Abbiamo storie diverse, e la storia è la fonte da cui nasce l’uomo: il Triestino è diverso dal Veneziano e dal Milanese, il Vicentino è diverso dal Varesino. Entrando in Trieste, Udine, Venezia, Padova, Treviso, Verona, Vicenza, Varese, Milano, Trento, Bolzano, Belluno, Brescia, entri in storie diverse.

Per decenni, nel dopoguerra, quando i borghesi di Milano andavano in auto nel Veneto, dicevano. »Andiamo nel Texas».

Oggi un Friulano o Giuliano o Veneto che vada al Salone del Libro di Torino o alla Fiera di Milano, va all’estero.

I meridionali che vengono al Nord si dicono emigranti. Ma i Nord-Estini che si spostano nel Nord-Ovest, sono altrettanto emigranti. Non ho visto un incontro tra Zaia e Bossi, ma certo è un incontro tra un inferiore e un superiore.

Che esistesse l’Italia, e per l’Italia bisognasse morire, lo diceva la casta monarchica che governava. Che esista la Padania, e per la Padania ci siano dieci milioni pronti a combattere, lo dice il leader leghista del Nord-Ovest. In realtà noi del Nord siamo uomini cresciuti in patrie piccole. Già la provincia è troppo grande. La nostra vera patria è il Comune.

Marco Barizza

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