CATANI, Lorenzo Fontana e la famiglia

Comunicato di Federico Catani, direttore dell’organizzazione cattolica «SOS Ragazzi», datato 16 luglio 2019

Sono molto preoccupato. Se il buongiorno si vede dal mattino, quanto dichiarato dal neo ministro della famiglia, Alessandra Locatelli (Lega), non è certamente rassicurante. Il titolo dell’intervista rilasciata a «La Stampa» l’11 luglio scorso parla chiaro e purtroppo non è stato smentito: «Non sarò ministro del Family Day. Priorità ai disabili».

Innanzi tutto tale contrapposizione non ha alcun senso. Sembra, infatti, il classico sofisma per segnare un cambio di rotta rispetto all’ormai ex ministro Lorenzo Fontana. Il quale – sia detto per inciso – nonostante la buona volontà e ottime dichiarazioni, non è che abbia fatto molto per le famiglie italiane nell’anno in cui è stato a capo del dicastero. Insomma, sembra più che altro un modo di tranquillizzare le lobby LGBT.

Leggendo poi le risposte date dalla Locatelli, si evince che il nuovo ministro pare abbia proprio l’intenzione di prendere le distanze dai cosiddetti cattolici integralisti che hanno partecipato al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona. Tra cui ci siamo ovviamente anche noi di SOS Ragazzi.

Ebbene, la Locatelli dice che a Verona non è andata ma che allo stesso tempo non vuole distaccarsi totalmente «da quella realtà». Che significa? «Amici sì, ma non troppo»? Difendere la famiglia naturale va bene, ma senza esagerazioni? Quali sarebbero, poi, queste esagerazioni? Perché, se così è, si tratta già di un cedimento. Sarebbe come dire, parafrasando Chesterton: «Ok, possiamo riconoscere che le foglie sono verdi in estate, però non insistiamo troppo con chi sostiene il contrario e non lo attacchiamo, anzi, discutiamo circa la sua posizione».

E infatti poco dopo il neo ministro sentenzia: «Non voglio esprimermi sulla differenza tra una famiglia e un’altra. Mi impegnerò a tutelare tutte le famiglie dove ci sono delle fragilità». Ecco il punto. Il ministro ci sta quindi spiegando che non c’è differenza tra famiglia naturale e famiglie arcobaleno? Perché usa il plurale famiglie, anziché il singolare famiglia?

Proprio in questi giorni le cronache ci parlano dello scandalo di Bibbiano, con bambini sottratti con l’inganno ai genitori per essere dati a coppie omosessuali. Proprio in questi giorni abbiamo letto di vergognosi Gay Pride accompagnati in contemporanea da… Baby Pride, con drag queen che hanno letto fiabe gender per bambini. E di fronte a questa aggressione culturale LGBT il ministro che fa? Parla di… famiglie al pluarale!

L’orientamento della Locatelli, tuttavia, non ci deve scoraggiare; anzi, tutto il contrario. Fedeli alla nostra linea di non fare sconti a nessuno, dobbiamo vigilare ed essere pronti a far sentire la nostra voce a difesa della famiglia naturale. E soprattutto a difesa dei nostri figli, che ormai vivono immersi nella dittatura dell’ideologia gender. Avanti nella lotta!

Brevi considerazioni

Il comunicato fa emergere il disagio del mondo cattolico nei confronti dell’ex ministro della famiglia Lorenzo Fontana, nonché dell’attuale.

Ora – scusatemi un po’ – mi domando: Come è possibile questo? Fontana è stato una vita abbarbicato alla poltrona di europarlamentare a Bruxelles; ha firmato di nascosto, come triumviro (assieme a Salvini e Giorgetti) uno statuto per una «Lega Salvini Premier», cioè la nuova «Lega della destra nazionalista italiana», con l’intento di buttar via la Lega Nord; è stato messo da Salvini a fare il ministro della famiglia; è stato nominato da Salvini commissario della Liga Veneta, così il partito veneto è stato azzerato e ora viene gestito come una loro proprietà privata; è stato fatto dimettere da Salvini quale ministro della famiglia e fatto nominare ministro per i rapporti con l’Unione europea; ed ora scopriamo che «in fin dei conti non fa poi tanto»? Ma, allora, a che serviva? Era solo per darla ad intendere, a chi crede nei valori cattolici, che avrebbe avuto un interlocutore e un difensore validi? Poi, come per i governi precedenti, quali sono stati i risultati? Poco e niente, cioè più niente che poco!

Alessandra Locatelli non promette bene

***