Vassalli in una mostra tra Val di Zoldo e Venezia

Val di Zoldo vecchia fotografia di Forno

La Valle di Zoldo e le Dolomiti protagoniste di un romanzo storico: Vassalli tra Val di Zoldo e Venezia in una mostra itinerante

Il caso editoriale di Marco Mattio, e più in generale l’opera dello scrittore Sebastiano Vassalli, Premio Strega nel 1990 con La Chimera e poi anche candidato al Nobel per la Letteratura nell’anno della sua scomparsa, il 2015, saranno al centro di una mostra, con convegno e reading musicale serale, che aprirà a Forno di Val di Zoldo sabato 27 luglio e rimarrà aperta sino al 31 agosto. La mostra, a cura del Prof. Roberto Cicala, dell’Università Cattolica di Milano, e Valentina Giusti, del Centro Novarese di Studi Letterari, ricostruisce la genesi di Marco e Mattio, il romanzo di una valle, ambientato fra le Dolomiti di Zoldo e Venezia.

La Mostra esporrà -nell’ex sala consiliare del municipio di Forno di Zoldo- carte preparatorie, appunti dell’Autore e corrispondenza inedita, illuminando i rapporti di Vassalli con la valle e con Venezia, luoghi in cui l’autore ambienta il libro.

Accanto all’esposizione, che verrà inaugurata alle 19.30, si terrà un convegno (sala del cinema di Dont, via Brustolon 36, ore 17) dal titolo “Un libro e una valle: nuova luce su Marco e Mattio”; interverranno il Prof. Roberto Cicala e il Prof. Andrea Kerbaker dell’Università Cattolica di Milano, e il Prof.Giuseppe Polimeni della Statale di Milano, e le ricercatrici universitarie Valentina Giusti e MartinaVodola.
Sarà presente inoltre Paola Todeschino Vassalli.

Sabato 27 sera  in programma (ore 21) un reading musicale, con letture da Marco e Mattio (Lina Beltrame e Bianca Doriguzzi delle Bretelle Lasche) e musiche del Quartetto Barance (Deborah Ongaro, Anna Zanella, Alessandro Pasuch, Annika Baake) sul sagrato della chiesetta di San Francesco, in centro a Forno.

La manifestazione si avvale del patrocinio dei Comuni di Belluno e Longarone, della Fondazione San Servolo-Città Metropolitana di Venezia, del Miur-Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto-Ufficio IV Ambito Territoriale di Belluno, ed è realizzata in collaborazione col Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica, del Centro Novarese di Studi Letterari e di Educatt (l’ente per il diritto allo studio della Cattolica).

È il romanzo di una valle al centro della mostra, che illumina per la prima volta le carte preparatorie conservate nell’archivio dell’autore, tra abbozzi, appunti di viaggio, libri consultati e corrispondenze epistolari.

Ripercorrendo il cammino dalle Dolomiti a Venezia già storicamente seguito dal protagonista del romanzo, il ciabattino Mattio, anche la mostra scenderà in laguna, facendosi itinerante: lo farà toccando i luoghi più significativi raccontati da Vassalli: dal 6 al 29 settembre sarà a Longarone in municipio, dal 5 ottobre al 3 novembre a Belluno a palazzo Crepadona; dal 15 marzo al 10 aprile 2020 verrà allestita nell’isola di San Servolo a Venezia, “l’isola dei matti”, dove Mattio venne internato dopo il suo tentativo di autocrocifissione in una calle veneziana, e concluse la sua esistenza terrena.

Insieme alla Val di Zoldo rende così omaggio, anche con un percorso letterario, a chi ha narrato la vicenda drammatica di Mattio Lovat, uno dei primi casi clinici della psichiatria moderna, mostrando luci e ombre della montagna e del carattere nazionale degli italiani e dando voce ai sogni di un folle e perdente eppure capace, nei momenti più difficili, di «alzare gli occhi verso il cielo stellato».

Dalla Valle di Zoldo a Venezia, sulle orme di Mattio Lovat, il protagonista del romanzo storico che Sebastiano Vassalli ambientò fra Zoldo e Venezia. Una mostra itinerante, voluta dal comune di Val di Zoldo e realizzata dal laboratorio di editoria dell’Università Cattolica di Milano (prof. Cicala), col patrocinio dei comuni di Longarone e Belluno, della Città Metropolitana di Venezia, con la Fondazione San Servolo e del Miur Belluno, ripercorre il cammino di Mattio Lovat dalle Dolomiti a Venezia. La mostra verrà inaugurata a Forno sabato 27 luglio alle 19.30 e rimarrà aperta sino al 31 agosto (9-18). Ricostruisce la genesi di ‘Marco e Mattio’, la storia vera, seppur romanzata, del ciabattino di Casal di Zoldo, raccontata quasi 30 anni fa da Sebastiano Vassalli. Racconterà la genesi del romanzo ed esporrà materiale mai reso pubblico prima d’ora: carte preparatorie, appunti dell’Autore e corrispondenza inedita, le diverse edizioni del romanzo, illuminando così i rapporti di Vassalli con la valle e con Venezia, i luoghi in cui la storia è ambientata.

Ma si profila come un evento che ci aiuterà anche a capire il rapporto, da sempre speciale, della Valle di Zoldo con lo scrittore piemontese, già premio Strega nel 1990 con ‘La Chimera’, e candidato al Nobel nel 2015, proprio alla vigilia della sua prematura scomparsa. Speciale sin  da quando, sull’onda di un successo di vendite strepitoso di un romanzo, a ragione è considerato il romanzo di Zoldo, l’Autore fu’costretto’ a venire in valle ad incontrare i lettori, radunati in una sala affollatissima. Un abbraccio che raggiunse la piena maturità nel 2015, col conferimento  della cittadinanza onoraria allo scrittore da parte dei comuni di allora, Forno e Zoldo Alto. Ma che anche successivamente, dopo la dipartita di Vassalli, produsse ripetute occasioni di incontro e approfondimento con studiosi della sua opera, arrivati da Milano, da Novara, da Firenze. E con una presenza costante e qualificante: quella della signora Paola Todeschino Vassalli.

Fino a questa nuova opportunità, maturata per l’estate 2019. E non solo. Perché la mostra non si esaurirà col 31 agosto a Forno, ma, seguendo il cammino del ciabattino Mattio Lovat, di Casal di Zoldo, toccherà i luoghi più significativi già seguiti dalla narrazione: aprirà Longarone (6-29 settembre), a Belluno (Crepadona: 5 ottobre-3 novembre), per approdare infine a San Servolo a Venezia (dal 15 marzo al 10 aprile 2020), ‘l’isola dei matti’. sede di uno storico ospedale psichiatrico, nella laguna veneziana. Perché proprio lì il nostro Mattio concluse la propria esistenza terrena, internatovi all’indomani di un fallito tentativo di suicidio per autocrocifissione. Che aveva progettato nella convinzione di dover redimere di nuovo il mondo, novello redentore. Sabato la mostra sarà preceduta da un convegno con docenti della Cattolica e della Statale di Milano, e seguita da un reading musicale, con Lina Beltrame e Bianca Doriguzzi e col Quartetto Barance (clarinetti).

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