DON FLORIANO, Belluno e la sua via Tedesca

Case signorili nei pressi dell’antico Borgo Todescho, poi divenuto (come toponomastica) via Tedesca, infine chiamata via Crepadoni. A noi, di Coi e Col, tale nome di via Crepadoni va benissimo, essendo collegati storicamente ai Crepadoni (almeno Col era una loro antica proprietà), ma questo non toglie che sia giusto la città di Belluno abbia una toponomastica storicamente corretta e, tra l’altro, tale da ricordare un suo aspetto importante!

Articolo già spedito il 27 aprile 2018, come comunicazione del Baliato dai Coi, e pubblicato lo stesso giorno sul sito del Baliato, cfr.: http://baliatodaicoi.altervista.org/belluno-e-la-sua-via-tedesca/

Un articolo di Miriam Curti del settembre 2017 («Dolomiti», pp. 48 e ss.), mi sembra di così grande rilevanza da non poter restare relegato nel mondo della cultura scritta, ma diventare motore di cultura viva.

Da poco più di due secoli, Belluno gode del grado di capoluogo di provincia, ma questa qualifica istituzionale non le è giovata dal punto di vista identitario. Città veneta ai piedi delle montagne, non si sente del tutto veneta; abbellita dalle sovrastanti Dolomiti, non vi fa però realmente parte; le è stato unito il Cadore, storicamente friulano, ma non ha ricevuto un che di friulano; le sono stati uniti tre comuni tirolesi, ma non s’è fatta tirolese. Resta una specie di ibrido e, si sa, ogni indeterminatezza è un limite.

La Curti ci ha ricordato che quando ancora non era capoluogo di una provincia ma di una Magnifica Comunità, Belluno aveva invece una identità forte. Era – questa la sua identità – la città della Piave! E il fiume Piave (al femminile) era la grande autostrada di quel tempo, per cui il passaggio sotto il controllo di Belluno era un fatto quotidiano inevitabile, soprattutto di quanti per motivi commerciali si spostavano dalle terre tedesche a Venezia. Tanto che a Belluno ancora nel 1500 c’era persino un borgo Teutonico o Todescho, prova schiacciante della internazionalità della Belluno di allora, della sua tolleranza, dell’apertura e dell’intelligenza dei suoi abitanti.

Eppure, a seguito della seconda guerra mondiale, ritenendo che il nome secolare di via Tedesca disonorasse la città, venne tolto. All’esatto contrario di quello che risulta dai documenti, un fatto storico di grande onore venne scambiato per fatto disonorevole! Io non sono bellunese, potrei non occuparmi di questo errore, ma sono rimasto male nell’apprenderlo, come pure orgoglioso che Belluno fosse città tanto aperta, e stupito che nulla e nessuno me l’avesse mai ricordato. Perché non ripristinare quell’antico nome, così glorioso? Non costerebbe nulla e gioverebbe molto!

Don Floriano Pellegrini

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