DON FLORIANO, Che senso ha la visita del presidente Mattarella nel Bellunese?

Primo: Noi Veneti ci consideriamo ben rappresentati dall’Uomo della Sindone. Nei suoi dolori, nella sua dignità, come lui attendiamo la resurrezione. Noi crediamo che gli Italiani ci abbiano fatto del male, sacrificando la sovranità del nostro al loro Stato, centralista e pseudo-democratico. Vogliamo tornare ad essere Repubblica, quale del resto già siamo, anche se l’Italia non ci vuol riconoscere per quel che siamo.

I mass media dicono che il presidente della Repubblica italiana verrà sulle Dolomiti. Non se n’è capito bene il motivo, ma venga pure, se ci tiene: siamo gente ospitale e sarà il benvenuto.

E i politici locali saranno felici di fargli festa, avendo in tal modo l’occasione di mettersi un po’ in mostra, gironzolandogli attorno.

Sia chiaro però che nel cuore dei veri Veneti c’è un’altra realtà e solo quella considerano la loro Patria: la Serenissima Repubblica di Venezia. Il presidente Mattarella deve sapere che noi Veneti desideriamo ricostituire, in tutto e per tutto, la Serenissima, come Stato indipendente. Faccia e dica quel che vuole, prima di tornare a Roma, ma ricordi che la stragrande maggioranza di noi la pensa così. Non siamo traditori della nostra Patria storica; i brogli e le violenze della conquista napoleonica e del plebiscito truffa del 1866 ci rafforzano in questa convinzione.

Viva San Marco!

Don Floriano Pellegrini

Secondo: Questa tavoletta votiva rappresenta il grazie alla Madonna per il salvataggio dopo la caduta da una zattera, nel fiume Piave. Non c’è alcuna, proprio nessuna, tavoletta votiva per essere stati salvati (dicono loro) dagli Italiani, con l’occupazione militare e la pseudo consultazione popolare del 1866.
Il Veneto è Patria di sommi artisti, quali il Tziano. Quali grandi artisti abbiamo avuto dopo la forzata unione al regno d’Italia? Solo danni, guerre e tasse!

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