DON FLORIANO, Il Comune ha il dovere di costruire parcheggi a Coi e Col

Il 13 c.m., alle 14:32, ho spedito al sindaco di Val di Zoldo la seguente lettera (in forma di e-mail) : Egr. Signore / Dott. Camillo De Pellegrin, Sindaco di Val di Zoldo // I Coi, 13 agosto 2020 // Oggetto: Necessità di creare posteggi nei villaggi di Coi e Col

Egregio signor Sindaco, / residenti e ospiti di Coi e Col sono consapevoli di abitare due tra i villaggi che richiamano più turisti in valle. Essi, infatti, sono caratteristici per la loro posizione, che permette un colpo d’occhio, dall’alto, su tutti i monti di Zoldo, ed un clima di quiete familiare. La piccola comunità dei due villaggi, in antico diretta da un bàilo e perciò detta Baliato dai Coi, ha una sua storia semplice ma affascinante, ed è caratterizzata dalla presenza di alcuni manufatti rustici (le stalle-fienili dette tabià), che costituiscono un unicum turisticamente molto apprezzato, in costante richiesta e valorizzazione, per essere trasformati in abitazioni.

Se, pertanto, il numero dei residenti è limitato, in alcuni periodi dell’anno i due villaggi sono «presi d’assalto» da turisti e visitatori occasionali, che creano loro malgrado e si vengono a trovare in situazioni di traffico inadeguate, lungo l’unica e stretta via centrale di Coi o lo spostamento lungo la strada che anni fa venne buttata là per il villaggio di Col, declassato arbitrariamente e insulsamente a semplice via del villaggio di Coi.

La necessità di parcheggi e piazzole di scambio è evidente.

Negli ultimi giorni, il grave problema è stato argomento di dibattito tra molti di noi, residenti e turisti, e si pensava di fare una raccolta firme, a Lei diretta, per ricordare e ribadire la necessità dei lavori qui ribaditi, tante volte promessi e sempre poi omessi, per una scusa o per l’altra. Come se la vita civile di due paesi potesse attendere il capriccio di finanziamenti da parte di persone che manco sanno di Coi, Col e i loro problemi!

Unisco alcune fotografie [=le 16 qui pubblicate], scattate ieri poco prima delle ore 13, quindi in un momento in cui molti non erano a Coi, ma andati per rifugi o altrove. Eppure, le auto erano, come si vede, poste ovunque, persino su prati di privati, che però potrebbero sempre impedirlo; e allora che succederebbe? Restiamo perciò in attesa di apprendere che, finalmente, il Comune farà un progetto serio e complessivo per risolvere il problema. Distinti saluti.

don Floriano Pellegrini

Alle 15:32 il De Pellegrin mi ha chiamato, con tono irritato, dicendomi frasi di questo genere: «Sono trent’anni che esiste il problema, non pretenderai che adesso debba risolverlo io! Non mi piace il modo con il quale scrivi! E poi dimmi: dove mai si potrebbero fare parcheggi a Coi?». Sbigottito, per il tono aggressivo, che proprio non mi aspettavo (avendo scritto una lettera chiara sì ma gentile e non polemica) ho chiuso la conversazione. Egli ha tentato di richiamarmi, ma non gli ho risposto né gli risponderò; è giusto lo faccia per iscritto e non solo in una conversazione telefonica, di cui resta sì e no traccia.

E ho deciso di pubblicare il tutto, mentre prima pensavo bastasse aver segnalato il problema, che ovviamente egli già conosceva, ma di cui sinora si è occupato a parole e promesse e, comunque, non con realizzazioni concrete; di parole e promesse siamo stufi: VOGLIAMO FATTI! Del suo non aver fatto e – a quanto sembra – non pensarci neppure più di fare posteggi e piazzole a Coi e Col, pur sapendo per sua ammissione che è un problema da trent’anni, il sindaco dovrà, pertanto, dare spiegazioni, non a me, ma alla comunità! E, soprattutto, dovrà fare quel che è necessario fare, ché anche le spiegazioni contano ben poco, se mancano i fatti.

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