DON FLORIANO, Dio vuole affidare la sua Chiesa ai bambini

Quando mons. Albino Luciani (di cui ieri ricorreva l’anniversario dell’elezione al pontificato, nel 1978), allora patriarca di Venezia, fu promosso cardinale, venne a Belluno, celebrò in cattedrale con il vescovo diocesano Gioacchino Muccin, quindi scese nella sala del Capitolo, dove ricevette l’omaggio infinito dei Bellunesi accorsi a festeggiarlo, dalle più alte autorità ai semplici fedeli. Era come frastornato ma cordialissimo e, comunque, padrone della situazione; sembrava ripetere nel suo cuore le parole del salmo: «Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam», che i Templari cantavano nel medioevo come loro motto. Humilitas, del resto, era il motto che anche don Albino s’era scelto, diventando vescovo, imitando il grande vescovo San Carlo Borromeo.

Questo, e molto molto altro pensavo i giorni scorsi. Quando, all’improvviso, sentii formularsi chiaro in me questo pensiero: Dio vuole affidare la sua Chiesa ai bambini. Mi sembrava che don Albino mi dicesse, reclinando la testa a modo di confidenza: «Costituite in ogni parrocchia un coro di bambine e bambini, che cantino nella Messa. I bambini sono i principi della Chiesa. I bambini sono la fionda di Davide con la quale Dio vince e vincerà chi attenta alla santità dei battezzati». Oh, caro e amato don Albino, se lo dici tu, se la primavera della Chiesa verrà, come alba di luce, con i cori e i cuori dei bambini, faremo di tutto perché ciò si realizzi. Un abbraccio!

don Floriano Pellegrini

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