DON FLORIANO, Il Governo non deve intromettersi nelle questioni religiose

Raffigurazione del martirio delle sedici Carmelitane di Compiégne, al tempo della Rivoluzione francese. Sembrava che certe cose non dovessero ripetersi più, almeno in Italia e in Europa, e invece siamo ancora alla persecuzione religiosa; subdola, raffinata, ma la sostanza è quella.

Deve essere ribadito senza tentennamenti in faccia al Governo che spadroneggia sui Popoli italiani, come pure davanti ai vescovi e al Papa (stranamente parchi di parole, anche con noi sacerdoti, e inspiegabilmente succubi, di fatto, d’un Governo ateo e globalista), l’assoluta indipendenza che la Chiesa di Gesù Cristo, come pure ogni altra organizzazione religiosa, ha diritto di avere nello stabilire e trasmettere la propria dottrina di Fede, sia diretta che indiretta, le proprie liturgie, le proprie tradizioni di culto e musicali, anche popolari, nonché la propria organizzazione interna, anche di origine laicale. Lo Stato Italiano, nato contro la Chiesa e con il furto a man salva dei beni dei conventi e delle comunità cristiane, continua nella sua opera, ma perché adesso i vescovi e il Papa, a differenza di allora, si fanno complici? Questo proprio non lo capisco.

È ridicolo che un ministro se ne esca col dire, in buona sostanza: «Gesù Cristo può nascere anche due ore prima di mezzanotte»: impari a fare il ministro, anziché ficcare il naso negli affari degli altri, cioè della Chiesa! Su Facebook, a riguardo delle ingerenze bambinesche sì ma inaccettabili dei governicoli, circolano barzellette a non finire. Si dice, ad esempio, che il Governo, italiano dalla cintura in giù, sta per decretare che «i Re Magi dovranno arrivare in monopattino», «bue a asinello dovranno stare in smartworking », «san Giuseppe dovrà accontentarsi di seguire il parto su zoom» e, a suo tempo, «l’Ultima Cena dovrà essere fatta da asporto»! Ridiamo pure se vogliamo, male non fa; ma, in verità, la posta in gioco è alta e l’atteggiamento remissivo dei capi delle religioni non è accettabile.

don Floriano Pellegrini

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