DON FLORIANO, Sono negazionista e sfido apertamente chiunque a darmi la prova che sbaglio a esserlo

Con una sfacciataggine che non ha limiti, pochi giorni fa il mio confratello e omonimo don Floriano Abrahamowicz è stato accusato di essere “negazionista”, al punto – si dice – di celebrare la S. Messa senza mascherina. Ora, se il giornalista che (per guadagnarsi la pagnotta) ha avuto la superficialità di scrivere simili cose, ogni tanto andasse a Messa, saprebbe che tutti i sacerdoti la presiedono senza mascherina.  

Questa gaffe mostra quanto ormai si dica e scriva senza badare se corrisponda o meno a verità, purché sia in linea con l’ideologia e il movimento globalisti, che nel corrente 2020 hanno sferrato un attacco senza pari alle identità collettive, di natura e di cultura, e le concrete sovranità dei Popoli e dei loro Stati.

Anch’io sono “negazionista” e sfido chiunque a darmi la prova che sbaglio ad esserlo. Essere negazionista di una verità, merita rimprovero o almeno correzione; ma essere negazionista di una menzogna, merita elogio. Nessuno può essere obbligato a dire menzogne, o messo al rogo mediatico per non dire quello che i padroni dei mass media vogliono si dica. Solo i Gesuiti, nella storia dell’umanità, erano arrivati a tanto: a imporre di dir bianco al nero e viceversa.

Nego, e ho tanti motivi ragionevoli per farlo, che ci sia una pandemia incontrollabile e penso sia una epidemia tra le tante che hanno segnato la storia umana; nego che sia stata gestita in modo ragionevole; nego fermamente che, per fermarla, sia necessario sospendere diritti costituzionali inviolabili, mobilitare l’esercito e i Carabinieri, usare i droni, far chiudere alberghi, bar, discoteche, piste da sci; nego che sia segno di saggezza ed equilibrio mentale imporre banchi a rotelle; nego che siano necessarie misure di distanziamento nella forma paranoica e contraddittoria che ci vengono imposte; nego la liceità dell’ingannare e terrorizzare la gente, ogni giorno, tramite informazioni distorte e gonfiate; nego che siano forniti dati sinceri e attendibili; nego che fosse necessario impedire per mesi la celebrazione delle Messe; nego che sia stato corretto impedire i funerali e la visita dei parenti ai loro cari; nego che siano state fatte le cure giuste ma che, se fatte, avrebbero fatto cadere d’un colpo il castello delle ipocrisie e degli intrallazzi; nego che l’Ordine dei medici stia facendo bella figura e dopo questa vicenda la fiducia nei medici sarà notevolmente compromessa. Nego questo e molto, molto altro.

La verità avrà successo; così è sempre stato nella storia, si tratta solo di pazientare. La verità, però, avanza sulle spalle degli incorrotti e incorruttibili, mentre è schiacciata sotto i piedi dagli immorali e dai vili. Oggi essere negazionista (nel senso in cui i globalisti usano questo termine) è una virtù da forti! Viva, perciò, i negazionisti!

don Floriano Pellegrini

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