DON FLORIANO, Le falsificazioni della storia veneta fatte dal Daru e le smentite del Tiepolo

Nella foto: Il demoniaco Daru, collaborazionista dell’arcidemonio napoleonico.

Storia della repubblica / di P. Daru / Membro dell’Accademia Francese / Traduzione dal Francese / con note ed osservazioni / Tomo I / Capolago presso Mendrisio / Tipografia Elvetica / MDCCCXXXII: queste le indicazioni di frontespizio delle dizione del 1832 dell’opera: Histoire de la Republique de Venise pubblicata nel 1819 in sette volumi da Pierre Antoine Noel Bruno, meglio noto come “Conte Daru”.

Le gravissime manipolazioni operate dal Daru nel 1819 vennero scoperte ben presto, tanto che in questa edizione in italiano, del 1832, il traduttore si sentiva in dovere di dire, al termine della sua prefazione (pp. 22-23): «Il Daru, come chè abbia fatto uno studio assai laborioso e svolti non pochi libri e documenti per ordire la sua storia, non ha potuto a meno di non cadere in vari e non lievi errori, lo che era ben da supporsi avendo egli pel primo trattato la storia generale [anche questo non è vero. N.d.R.] e svolto l’ordigno secreto che faceva movere quel così strano [perché strano?] governo.

Questi errori furono rilevati con molta diligenza ed erudizione dal signor conte Domenico Tiepolo in alcuni discorsi sulla storia del Daru, i quali mi parvero di tanta importanza che ben volentieri gli avrei riportati per intiero se non avessi temuto d’ingrossare di ben due volumi la presente opera. Imperò mi sono contentato talora di compendiarne i sentimenti, e di riportarne talora per estratto le parole di lui distinte da virgolette. Queste note cavate dai discorsi del Tiepolo saranno aggiunte e riportate in fine di ciascun volume e contrasegnate da caratteri alfabetici, a differenza di quelle dell’autore distinte con cifre arabiche ed a piè di pagina».

Come si vede, si tratta, ad un tempo, di un maldestro tentativo di giustificazione degli errori, che sono invece falsificazioni volute e gravi, del Daru, e una non ammissione inevitabile, per quanto spiacevole, delle falsificazioni stesse e, quindi, della tendenziosità che svaluta completamente l’opera e la rende odiosa agli studiosi della storia, la quale è sovrana a se stessa e quel che è, non quale si cerca di far credere che fosse, per indurre a giustificare nell’opinione pubblica, ignara dei fatti reali, i fini di tornaconto proprio e di qualche casta sociale del momento quali si vogliono legittimare. All’editore e traduttore del 1832 premeva vendere, far cassetta, e, pur rendendosi conto che andava a vendere merce avariata, che avrebbe fatto del male e non del bene, sembrò sufficiente quella breve avvertenza, lunga non più d’un capoverso, per non passare da stupido, ma non gli basterà certo per passare da onesto.

Lo smascheramento delle imposture sacrileghe, trattandosi di falsa testimonianza a riguardo di un intero Popolo e della sua storia!, vennero pubblicate dal N.H. Domenico Tiepolo nel 1828 a mezzo dei due volumi dei «Discorsi sulla storia veneta cioè rettificazioni di alcuni equivoci riscontrati nella storia di Venezia del Sig. Daru», stampati a Udine dai Fratelli Mattiuzzi nella tipografia Pecile.

Siamo fieri di presentare ai lettori tali testi nei due seguenti PDF, apribili ai rispettivi link:

Link: TIEPOLO, Discorsi sulla storia veneta, vol. I, 1828

Link: TIEPOLO, Discorsi sulla storia veneta, vol. II, 1828

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