DON FLORIANO, Lettera aperta a Papa Francesco

Santità,

martedì 10 marzo il quotidiano «Corriere delle Alpi» ha pubblicato una Sua lettera al direttore. Mi creda: se non la scriveva, si faceva più onore. Per vari e gravi motivi, che riassumo in due:

1) Un motivo di forma che tocca però la sostanza dei rapporti: come tutti, anche Lei è tenuto al rispetto degli altri e, se ha qualcosa da dire, essendo il primo dei vescovi, perché non rivolgersi al confratello vescovo di Padova, anziché ad un giornalista?

2) Un motivo di sostanza: che le meditazioni di una qualsiasi via crucis (e non solo quelle cui partecipa Lei davanti alle telecamere) siano preparate da Tizio, Caio o Sempronio non interessa nulla di nulla. Non è che quelle meditazioni debbano farci diventare più consapevoli dei problemi e disagi sociali, ma solo ed esclusivamente portare alla Fede, a credere più fermamente che in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, il mondo trova redenzione dai propri peccati.

La prego di testimoniarci più chiaramente che Lei è un uomo di Fede e non lasciarci dubitare che, al contrario, strumentalizzi il servizio che Le è stato affidato da Dio e dalla Chiesa, per portare avanti la fraternità mondiale di stampo massonico, come purtroppo tante volte in questi anni ha fatto venire il dubbio che sia facendo.

Mi affido alla Sua benedizione, invocandola a mia volta dall’Onnipotente sulla Sua mente e sul Suo cuore.

don Floriano Pellegrini

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