DON FLORIANO, Sul detto: «Avanti, marsch!»


IL LEONE DI SAN MARCO RECUPERATO. A Belluno, sopra la storica porta Dojona, è stato posizionato il leone marciano che si può vedere nella fotografia e con la scritta, significativa, che lì appare.

È pressoché certo che nell’infanzia avessi sentito l’espressione: «Avanti, marsch!», come incitamento, rivolto a me o a tutto il gruppo dei presenti, ad alzarsi in piedi e iniziare o riprendere una certa attività lavorativa. Pur tuttavia, non avevo fatto caso a tale modo di esprimersi. Attirò invece la mia attenzione, e suscitò in me un sentimento di entusiasmo, quando l’incontrai in un brano del poeta ottocentesco Arthur Rimbaud, contrapposta ad un «Altolà» e resa in questa forma: «L’Avanti marsch! della vita».

Non piccola è stata perciò la mia sorpresa, pochi giorni fa, quando ho sentito ripetere ancora quest’espressione, nella forma: «L’Avanti marsch nella vita». La differenza creata da quei della e nella non è piccola. Nel della si nota la genialità del poeta e la sua personificazione della vita, intesa come un grande generale che stimola i suoi soldati al combattimento. Il nella, invece, è un prosaico incitamento all’attività. L’origine del detto, però, non può essere stata che comune e presuppone un ambiente militare. Il detto popolare ancora diffuso in Val di Zoldo e, con tutta probabilità, nelle valli limitrofe (e non solo) non può essere altro, in definitiva, che un’ultima eco, sbiadita fin che si vuole ma viva e reale, delle campagne napoleoniche in Italia. Da esse, insomma, non derivarono solo – sia pur con violenza, rapine e innumerabili ingiustizie – radicali mutamenti istituzionali, ma ripercussioni nel parlare popolare, per entusiasmo o per paura, poi così radicatesi da perdurare ancora, dopo oltre due secoli.

Don Floriano Pellegrini

La croce templare della cappellina antica del Baliato dai Coi.

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