DON FLORIANO, Il comune di Borgo Valbelluna non ha né vera legittimazione democratica, né vera fondazione storica

E’ andata a finire così, con un colpo nelle palle!

Pochi giorni fa, a tavola con un amico zumellese, cioè dello storico comune di Mel. Uno dei presenti accenna al nuovo ente comunale, denominato Val Belluna, conglobante in sé, oltre al comune di Mel, anche i precedenti di Trichiana e Lentiai, e scoppia un battibecco, pur soffuso dalla cortesia abituale alle persone civili, quale non immaginavo. Credevo che il nuovo comune fosse nato per volontà popolare, col referendum consultivo del 16 dicembre 2018. Mi viene spiegato, a chiari dati, che è stata una specie di farsa, in quanto i votanti furono solo il 39,9% a Trichiana, un 39,3% a Mel e un risicato 30% a Lentiai; e, di questi cittadini, lontani dal potersi dire rappresentanti della popolazione, i favorevoli furono all’incirca solo due terzi (il 68,49%). Ora, di fronte ad una situazione del genere, una Regione seria avrebbe dovuto sospendere il procedimento e non andare avanti nella sua scelta politica di fondere (cioè in pratica sopprimere) quanti più comuni le riesca di fare.

Secondo: anche dal punto di vista storico l’atto compiuto dalla Regione, pur ammantato di parvenza democratica, lascia sbalorditi e indignati. Mel è comunità storicamente ricca del grado di contea; lo stesso Lentiai o, a meglio dire, Cesana, è comunità che può vantare un grado storico di contea. In tutta la val Belluna solo le due città di Belluno e Feltre e l’Alpago come tale hanno tale primato. Perché degradarsi al livello di un comune qualsiasi, di recente costituzione e privo di storia? Perché rinnegare se stessi e chiamarsi addirittura Borgo o borgata in riferimento ad una città (Belluno) da cui non si era mai dipesi? Questo è proprio troppo, non lo comprendo e non mi va giù.

Mi auguro, pertanto, che la popolazione faccia quanto possibile per annullare la ridicola fusione dei tre comuni ed essi tornino a risplendere del loro alto valore, come è sempre stato nei secoli.

Don Floriano Pellegrini

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