MONEGO, Due note storiche riguardanti la pieve di Zoldo, Gòima e Zoppè di Cadore

Del dott. Pietro Monego

Prima nota

Presso l’Archivio del Capitolo collegiato di Udine si trova la Biblioteca Camai. La sezione «Casi seguiti» è dotata di tre strumenti di corredo, in due volumi, compilati da Francesco Maria Quarenghi nel 1785-86 (per il compilatore casi e cause erano sinonimi). Nel primo volume, compilato nel 1785 e di grande formato, si ha:

A) L’indice alfabetico per cognomi e luoghi dei «Casi seguiti»; ogni voce rinvia al numero di Caso, numerati progressivamente da 1 a 1362, senza soluzione di continuità, all’interno di ben 233 tomi. Gli Indici non sono per nulla rigorosi; in essi viene rispettata nell’ordinamento alfabetico solo la prima lettera del lemma.

B) Il sommario di tutti i Casi, con breve regesto e rinvio ai numeri di tomo e del Caso stesso.

Ricordiamo che il Consiglio dei Quaranta o Quarantìa era il tribunale supremo della Repubblica di Venezia; nel ricorso con «Stampa al taglio» veniva prodotta una documentazione contro la precedente sentenza, mentre con «Stampa al laudo» se ne chiedeva la conferma.

Questi due numeri con indicazioni che ci interessano:

991. «X. Volume di carte e stampe concernenti la causa del quartese del teritorio di Udine et altre stampe delli reverendissimi capitoli di Verona, Traviso e Belluno e del reverendo arciprete e Commun di Zoldo». Prima metà sec. XVIII (con documenti a stampa dal 1073) Volume cartaceo, cm 23.5 x 34.5, cc. 414, con allegati e carte a stampa, legatura in cartone. Atti relativi alla causa tra il capitolo udinese ed i parroci della città, tra il capitolo e «congregazione parochi & clero intrinseco» di Verona, tra il capitolo e i parroci di Treviso, tra l’arciprete di Zoldo e il comune di Goima (diocesi di Belluno), tra il capitolo e la curia vescovile di Belluno.

150. Zoldo S. Floriano Chiesa matrice, e Comune contro la Contrada [= intende dire Regola] di Zoppè stampa del Arciprete seguita l’anno 1771, circa diritti Parocchiali d’esso Arciprete – Raccolta, tomo XXVII.

La «Stampa» di cui al n. 991 dovrebbe essere già stata pubblicata da don Floriano Pellegrini, ma non abbiamo rintracciato dove.

Pure la seconda «Stampa» è stata pubblicata, a cura di don F. P., alle pp. 25-54 dell’«Archivio Pellegrini da Zoldo», n.u. del gennaio-giugno 1989. Documento cui deve essere unita la «Stampa» «Per la Regola di Zoppè», pubblicata alle pp. 52-91 dell’«Archivio Pellegrini da Zoldo», n.u. del gennaio-giugno 1990.

Seconda nota

Nella tesi di laurea (del 2012) di Matteo Vieceli, «L’immagine per i mercanti di legname veneziani tra il XVI e il XVII secolo: fluitazione di materiali e di idee», pubblicata sul sito del Baliato dai Coi il 6 marzo 2018 (cfr. al link: http://baliatodaicoi.altervista.org/vieceli-2012-limmagine-mercanti-legname-veneziani-xvi-xvii-secolo/ ) alle pp. 40-42 vi è un interessante raffronto tra la pala di San Giovanni Battista della pieve di Zoldo e quella dell’arcipretale di Mel; a p. 126 si ha una loro, piccola ma per lo scopo sufficiente, riproduzione fotografica. La pala di Zoldo, a suo tempo voluta dai Tiziani, è dedicata al santo compatrono dell’intera Val di Zoldo, San Giovanni Battista, titolo certamente molto antico, significativamente affiancato a quello del patrono, San Floriano di Lorch. Non è disutile ricordare che San Floriano è pure titolare (con San Vito) della pieve di San Vito di Cadore, San Giovanni Battista dello storico centro di Vinigo di Cadore, San Vito è patrono di Fornesighe, dove c’è pure una statua di San Simoneone, come a Borca di Cadore. La pala del Battista era stata posta nella sagrestia ma, come ben scriveva ancora nel 1987 il prof. Flavio Vizzutti (La Pieve di San Floriano in Zoldo, scheda alle pp. 278-279), essa meritava e richiederebbe una ben più giusta valorizzazione.

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