DON FLORIANO, Particolari della chiesa di Fusine

Visione generale dall’ingresso (6 maggio 2018, ore 9:35).

La lapide al massone Paolo Colussi, grande benefattore dell’ampliamento della chiesa, ma distruttore, complice il pievano, di affreschi e di altro di antico che vi era prima e, inoltre, persona che volle il simbolo della Massoneria disegnato in sagrestia; ma che schifezza! Fino a quando dovremo sorbircela? 

Sotto: L’affresco del San Nicolò, piacevole, fatto dall’ing. Antonio Monterumici, autore anche degli altri della facciata e, all’interno, della volta della cupola (cfr. foto iniziale), come pure del San Pellegrino (nel 1905) sul lato della chiesa di Coi che guarda Col. 

Sotto: Questi due bellissimi affreschi con nicchie che stavano ai lati dell’altar maggiore nella chiesa antica. Quasi tutta la chiesa era affrescata, come pure la sua facciata. Dev’essere stata uno splendore. Poi si decise, pazzamente, di ampliarla distruggendo quanto più si poté della vecchia. Ecco la barbarie dei massoni, il loro sforzo per far dimenticare la storia di un Popolo cristiano e trasformare la Fede in un atto soggettivista e razionalista. Le due statuine sono, all’evidenza delle aggiunte, per riempire le nicchie. Chissà cosa c’era un tempo!

Tabernacolo per la settimana santa, sull’altare del Crocefisso; opera della chiesa antica, per fortuna non messo in vendita.

San Nicolò da Bari, opera di ? , del ? Opera della chiesa antica, tra quelle per fortuna non vendute per fare la nuova.

Ultima Cena, opera di ?, del ? Una delle poche opere salvate dalla chiesa antica.

Sant’Antonio da Padova, scultura di Valentino Panciera Besarel, senza data.

Sant’Agnese, statua del Besarel, del 1906, offerta alla chiesa dall’associazione delle Figlie di Maria.

La statua di Sant’Anna che spiega la Sacra Scrittura alla piccola Maria, sua figlia. Opera del 1908 dello scultore, di Gòima (Val di Zoldo), Angelo Mayer. 

La lapide, posta vicino al battistero, per ricordare mons. Rizzardini Bépi.

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