Pur essendo un prete e membro di una comunità storicamente collegata al mondo templare, tramite il miles Federico degli Azzoni (morto nel 1331), pur dopo una prima reazione di sorpresa, ho giudicato del tutto positiva la riapertura al culto della moschea, già basilica cristiana, di Santa Sofia, a Istanbul. Dal mio punto di vista non è che da rallegrarsi per la decisione presa.
L’Occidente europeo, già cattolico e comunque già cristiano, da ormai oltre due secoli è caduto – e sempre più – nelle mani della Massoneria, che ha imposto ferocemente, ovunque le sia riuscito di farlo, la sua ideologia ed il laicismo di Stato. Ora, sia chiaro: nonostante certe dichiarazioni di ecclesiastici collaborazionisti, la laicità delle istituzioni pubbliche per un vero cattolico equivale ad un’apostasia. Anche gli Stati, secondo noi, hanno il dovere di ispirarsi a una religione e a una morale. Per i veri cattolici, spregiativamente definiti dai laicisti quali tradizionalisti, una Fede, sia pure quella islamica, vale mille volte più che l’ateismo di Stato, che per noi equivale alla legalizzazione di un peccato di bestemmia collettiva. Noi consideriamo una vergogna, ed è per noi motivo di profonda sofferenza, che alcune chiese siano state trasformate in refettori, sale da concerto, auditorium e museo, anche ad opera di preti e vescovi collaborazionisti dei massoni, per quanto mai diranno di esserlo.
Chissà, perciò, che anche noi cattolici impariamo a farci rispettare di più, recuperando un po’ alla volta tutto ciò che è nostro e ci è stato portato via; e ringraziamo i musulmani turchi del buon esempio di riscatto religioso che ci hanno offerto. Un luogo di culto vivo è sempre meglio di un museo ateo!
don Floriano Pellegrini
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