REOLON, Trasporto pubblico, «servono risorse per la riattivazione immediata di tutto il servizio»

Di Martina Reolon, del giorno d’oggi, 22 giugno 2020 (ore 16:28). Questo il sottotitolo: «I sindacati, in vista della manifestazione di mercoledì: “Se priviamo le persone del diritto alla mobilità, allora abbiamo perso la lotta contro lo spopolamento e possiamo chiudere la provincia. Con il diritto alla mobilità vengono messi in discussione, necessariamente, diritto allo studio, al lavoro, alla salute”». Al link: https://www.amicodelpopolo.it/2020/06/22/trasporto-pubblico-servono-risorse-per-la-riattivazione-immediata-di-tutto-il-servizio/ – Un articolo ben fatto, che presenta con lucidità la situazione in atto e le gravissime problematiche che, in caso di non soluzione positiva, si riverseranno pesantemente, e più che pesantemente, sulla comunità, sulle famiglie e sulle persone del Bellunese.

«Si riattivi il trasporto pubblico locale e si proceda con la costruzione di un nuovo progetto di viabilità per il territorio». I sindacati non nascondono la grande preoccupazione per il futuro della mobilità bellunese. O, meglio ancora, per uno stato di cose attuale tutt’altro che rassicurante e che, se non verrà preso in mano in modo adeguato, rischia di mettere in forse il sistema del trasporto in territorio provinciale. «Nella “fase 2” tutto riapre, tranne il trasporto pubblico locale», ha evidenziato Alessandra Fontana, segretaria generale della Filt Cgil di Belluno. «L’epidemia Covid-19 ha fatto emergere, con ancora più risalto, i problemi che da anni oscurano il nostro territorio. In primis lo spopolamento, che ha tra le sue cause la mancanza di servizi. Se priviamo le persone del diritto alla mobilità, allora abbiamo perso la lotta contro lo spopolamento e possiamo chiudere la provincia. Con il diritto alla mobilità vengono messi in discussione, necessariamente, diritto allo studio, al lavoro, alla salute».

A mettere in evidenza quanto la situazione sia critica sono i numeri: allo stato attuale la riattivazione di Dolomitibus arriva al 35% e con il mese prossimo si arriverà al 55% circa. «Ma non basta», ha detto ancora Fontana, presentando la manifestazione per il rilancio del trasporto pubblico che si terrà mercoledì 24 giugno, alle 10, in piazza Duomo a Belluno. Manifestazione organizzata da Filt Cgil di Belluno, Fit Cisl Belluno Treviso, Uil trasporti Belluno Treviso, Faisa Cisal Belluno Treviso e Rsu Dolomit bus Spa. «Non siamo contro qualcuno, ma a favore del territorio», hanno voluto far presente Fontana e Bruno Deola, della Cisl Belluno Treviso, insieme a Paola Pesce, referente di Sls e rsu, e a Marcello Di Tavi, rsu Fit, entrambi autisti Dolomitibus. I sindacati chiedono risorse straordinarie da parte del Governo e della Regione per garantire una ripresa immediata di tutto il servizio, il ritorno al lavoro per tutti gli autisti e il personale del Tpl, la salvaguardia occupazionale dei lavoratori.

«Oltre l’80% dei lavoratori Dolomitibus è in cassa integrazione», hanno aggiunto Pesce e Di Tavi, «ed entro il mese di settembre oltre una decina rimarrà senza lavoro. Le persone con contratto a termine cominciano infatti a essere lasciate a casa». A pagare le conseguenze i singoli dipendenti con le loro famiglie, ma anche l’intera cittadinanza. «Ne faranno le spese i cittadini», hanno evidenziato, «che vedranno leso il loro diritto alla mobilità». Gli autisti di Dolomitibus ascoltano quotidianamente le lamentele e le preoccupazioni delle persone. «Il servizio di trasporto è fondamentale», hanno proseguito, «poter continuare a vivere in montagna significa poter continuare a muoversi in sicurezza con i mezzi pubblici, senza aumentare i costi e i volumi di traffico sulle nostre fragili strade. In più, dobbiamo considerare che siamo nei mesi turistici e non basta la riattivazione delle corse al solo 35%. Tanto più che in tutti gli altri territori, anche nel resto del Veneto, vi è stata la riapertura del trasporto per l’80-90%».

«Dolomitibus sta soffrendo e capiamo le difficoltà di tipo economico», ha aggiunto Deola, «ma se non viene potenziato il servizio, le persone cominceranno a organizzarsi diversamente, a trovare alternative e in futuro, quando ci sarà la ripartenza, smetteranno del tutto di usufuire del trasporto pubblico, con tutte le conseguenze che ne deriveranno. Con la manifestazione di mercoledì vogliamo ricordare che Dolomitibus è sempre stato un fiore all’occhiello, una delle poche realtà che, a livello nazionale, ha registrato utili anziché buchi. Non si può lasciare che tutto vada in fumo».

Anche perché, è stato evidenziato dai sindacati, i cittadini hanno bisogno del trasporto pubblico locale. «Pensiamo agli adolescenti e agli anziani», hanno affermato Pesce e Di Tavi. «Sono tanti gli episodi che potremmo raccontare».

Un’altra riflessione è stata fatta sulla sicurezza dei mezzi pubblici. «Sono in atto tutte le procedure di sanificazione e igienizzazione», hanno precisato i sindacati, «e si può salire tranquillamente sugli autobus senza temere il contagio. Il distanziamento sociale è garantito». Da oggi, lunedì 22 giugno, sono inoltre ripartiti i controlli sui mezzi. Controlli anche per verificare che i biglietti vengano obliterati. Le normative anti Covid impediscono infatti la vendita di biglietti a bordo; in più, la macchina obliteratrice, su molti bus, si trova solo in corripsondenza dell’ingresso anteriore, che per la sicurezza degli autisti è “transennato”. Gli utenti salgono solo dall’ingresso centrale o da quello posteriore. «In molti, dunque, riutilizzano lo stesso biglietto più volte», hanno fatto presente Pesce e Di Tavi, aggiungendo che «Dolomitibus è un’azienda sana, che ha saputo superare tante difficoltà. Non a caso, abbiamo chiesto ai vertici aziendali di scendere in piazza con noi».

«Mercoledì saremo tutti insieme, nel rispetto delle regole sulla sicurezza, per ripartire, per ricordare a tutti come, dalla grande emergenza, si debba tornare a garantire la grande bellezza del nostro territorio», ha detto con forza Fontana. «Non ci piace la contrappoziione gomma/ferro oppure pubblico/privato e non cediamo ai ricatti fatti ai lavoratori, come se si dovesse scegliere chi gettare dalla torre. Sulla torre dobbiamo rimanerci tutti e costruire un nuovo progetto di viabilità per il territorio».

«Il trasporto pubblico va mantenuto e sostenuto, ha detto ancora Deola. «Ci appelliamo alla Provincia, che detiene il pacchetto di maggioranza in Dolomitibus, affinché provveda al ripristino delle corse e rigettiamo in toto la possibilità paventata di sostituire le linee con un servizio di trasporto a chiamata che non si capisce da chi possa essere gestito, se da privati o dal pubblico o da servizi di noleggio con conducente: si tratterebbe di un ulteriore indebolimento del servizio pubblico, soprattutto per le vallate. Mantenere i servizi è il primo antidoto contro lo spopolamento che affligge la provincia di Belluno».

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