DON FLORIANO, Altre notizie sulla bandiera della Serenissima e riflessioni sul perché i Veneti sono Veneti e basta

Il lavoro di posizionamento è stato fatto da persone quanto mai preparate e motivate, ossia da parte dei signori: Paolo Pin, capocantiere, direttore della squadra, di Caneva di Sacile (Pordenone); Diego Bianchi, di San Vendemiano (Treviso); Nicola Liviero, di Loria (Treviso); Maurizio Pin, fratello di Paolo; Silvano Viero, di San Fior (Treviso).

La signora Marisa Masutti, di Conegliano, moglie di Diego Bianchi ha fatto da madrina al primo alzabandiera.

Terminato il lavoro, di cui il Baliato sarà perennemente grato, questi degnissimi patrioti marciani mi hanno consegnato la seguente lettera: «Caro don Floriano, il lavoro che abbiamo svolto è stato fatto con leggerezza nei nostri cuori. Quella leggerezza che va in profondità e che va a guarire l’anima dalle ferite del tempo e dell’incomprensione. Le nostre anime si uniscono alla Sua con questo piccolo simbolo, che unisce i nostri cuori. Con onore e rispetto». Parole commoventi, memorabili! Chi oserà non rispettare questi sentimenti? Persone con questi sentimenti?

Quanti ho incontrato questa mattina, hanno reagito così alla novità:

1) Una signora anziana è rimasta perplessa, confondendo la bandiera della Serenissima con quella della Lega, già dell’ex Lega Nord, già finta erede dei valori della Liga Veneta, di cui ha succhiato il sangue e i voti. La signora, com’è nel suo stile, quando non è d’accordo alza la voce e abbassa la testa, fa una voce stridula e da rimprovero e non ti guarda più in faccia, come fossi indegno dei suoi occhi puri e santi; noi lasciamo alla signora, che pure amiamo e rispettiamo, i suoi ridicoli turbamenti, tipici di chi è stato ammalato per tutta la vita di sinistrismo.

2) Un’altra signora anziana non ha detto niente. L’ha fatto con un sorriso sulle labbra, poiché mi dà fiducia e capisce che, se ho accettato e desiderato venisse posta stabilmente una simile bandiera, un buon motivo ci deve pur essere stato.

3) Un signore anziano si è comportato alla stessa maniera; non ha fatto commenti; la vita gli ha insegnato che le cose cambiano e si rende conto che, se qualcuno tenta strade nuove, magari nel segno della continuità storica con la Serenissima, è giusto provi e, se le cose andranno bene, sarà meglio per tutti.

4) Un altro signore anziano, facendo la sua abituale passeggiata e vìstomi nell’Ort di Fior (dove è stata posizionata la bandiera sul suo bel pennone) ha parlato con me dei fiori e delle erbe infestanti, senza neppure accennare alla bandiera della Serenissima, come fosse una cosa che lo lasciava indifferente; il che non può essere ma, evidentemente, è tollerante, possibilista e, alla fin fine, semplicemente dotato di saggezza e buon senso.

5) Altre persone, di una o due generazioni più giovani, si sono mostrate ammirate per la bellezza del pennone, della bandiera e la precisione del lavoro svolto, compreso il taglio dell’erba nell’area circostante. Una m’ha gridato un «Buongiorno!» con tanto slancio ed entusiasmo, pur essendo nota per avere il cervello a sinistra, che mi sembrava quasi di non riconoscerla più. E due altre, una coppia socialmente per bene, indignatitissime e dall’aria provocatoriamente offesa, non m’hanno detto né «Buongiorno» né altro, concentrate a riccio su sé stesse, come fanno i bambini, i politici e gli stupidi in genere, quando – anche se sono laureati e ufficialmente degli onorevoli (ma come fa l’Italia a chiamare onorevoli i suoi parlamentari?) – vogliono mostrarti il loro disappunto e fors’anche il disprezzo. Mia mamma, santa donna (nel senso arci-vero della parola e non per ironia) mi ha insegnato a girà ‘l cul a simili personaggi!

La mattinata era bella, con il sole splendente, e portava a pensieri buoni; ci spronava tutti, senza parole, nel silenzio maestoso della natura, nella brezza tiepida proveniente dal fondovalle e diretta al bosco, a far uscire da noi il meglio di noi. Quella bandiera stava proprio bene in quel clima positivo; appariva una nota ben accordata con l’ambiente e l’animo degli antichi paesani, abituati a considerare Venezia un punto di riferimento umano e lavorativo insostituibile, a livello individuale, familiare e sociale.

Anche in futuro sarà così: al vedere quella bandiera, solo le anime maligne proveranno del disagio, che è il loro, quello che portano dentro e hanno cercato invano di lavare nell’acqua rancida delle ideologie moderniste, sicché, in definitiva, lo seminano anzi sparpagliano alla disperata nella società, come zizzania cresciuta nei loro cuori e nelle loro teste, divenuti terre incolte. Chi non ama la Serenissima e viene nelle Terre della Serenissima, ha in sé una specie di verme tumorale: la contraddizione attorcigliata come serpe ad un costante condizionamento psicologico al rifiuto dell’approfondimento e del ravvedimento culturali. Si resta stupiti, quando si è costretti a riconoscerla in atto, e si sarebbe tentati di chiedere umilmente ai diretti interessati di valutare – per il loro bene anzitutto – il dovere di superarla, cercando di studiare meglio la realtà dei fatti storici e fors’anche – se lo studio loro non bastasse – di rivolgersi ad uno psicologo, prima di giungere a doversi sottoporre ad uno psichiatra, per curare la loro latente e ad un certo punto palese schizofrenia!

Dio aiuta chi a sua volta ama poiché Lui ci comanda di amare (persino i mussulmani insegnano e predicano che Dio non benedice chi gli disobbedisce); Dio protegge chi non si sottrae al dovere di rispettare gli altri e onora chi non manca alle esigenze della giustizia; non può essere che così; la Verità non può amare che la verità, il Bene il bene. Ora, la Patria è uno di quei beni, spirituali e storici, che, Dio ha voluto. Infatti, per ognuno è sorta prima di lui, coinvolge ciascuno membro di un Popolo al di là della sua scelta soggettiva e continuerà anche dopo l’esistenza terrena di ogni suo membro. La Patria non è un’invenzione degli individui di una certa epoca, come lo sono gli Stati, le monarchie, le repubbliche, le unioni europee, l’ONU e altre creazioni umane, più o meno libere, più o meno giuste, più o meno democratiche. Le Patrie sono volute direttamente da Dio, che non ha mai immaginato di creare gli uomini e le donne come individui solitari ma quali membri di una famiglia, di un parentado (casata), di una comunità locale e di una società di diritto naturale che è – appunto – la Patria. Tant’è che il Dio che ha voluto e vuole le Patrie, ne volle una anche Gesù Cristo, suo Figlio incarnato. E per Gesù Cristo la Patria era quella ebraica, del cosiddetto Popolo eletto; NON L’IMPERO ROMANO, anche se gli Ebrei in quel periodo erano inquadrati forzatamente nell’organismo dell’Impero Romano. Per cui Cristo, umanamente parlando, è un Ebreo, e nessuno si è mai sognato di dire che è o era un Romano.

La stessa cosa ossia verità vale per i Veneti, il Popolo Veneto, e ogni altro Popolo, della penisola italiana, del continente europeo (sto pensando alla Catalogna) e del mondo intero. Attualmente, ossia dalla data infelice dell’anno 1866, i Veneti sono inseriti e giuridicamente inquadrati (legalmente, non legittimamente; e ultimamente forse neppur legalmente) nella struttura dello Stato italiano, da prima regno, poi repubblica, ma sempre, sia prima che dopo, c-asino istituzionale, sempre caratterizzato da malefatte, imbrogli, tradimenti, sotterfugi, usurpazioni, ruberie ai suoi Popoli, disprezzo delle loro storie, gira che ti gira a livello internazionale, secondo il vento del momento e il compra-vendita dei suoi politici. Ebbene: perché, a differenza degli Ebrei, che erano tali e non divenuti Romani anche se inquadrati nell’Impero Romano, i Veneti non dovrebbero essere più Veneti ma diventati Italiani perché inquadrati nello Stato italico-peninsular romano, ora auto-battezzatosi Repubblica Italiana e per tale riconosciuto sul palcoscenico della politica internazionale? La contraddizione e la risposta sono evidenti! Qui si fanno due pesi e due misure; si ragiona con le scarpe o con qualche parte anatomica, che pur svolge una sua nobile funzione (in uscita e, secondo qualcuno, anche in entrata), ma non quella di rappresentare l’Homo Sapiens nelle sue specifiche qualità intellettive.

I Veneti sono tali per nascita, quale che sia lo Stato in cui sono inquadrati: il loro Stato, cioè la Serenissima, l’austriaco Regno Lombardo-Veneto, i francesi Stati di Napoleone (lo stramaledetto!) e i ben poco benedetti Stati dal 1866 in avanti. Veneti allora e sempre! Lo capiscono anche i bambini; i politici – che volete? – no, poverini; che siano di destra o di sinistra, dimenticano tutto, dimenticano le regole più elementari della logica. Fanno la fine ingloriosa di qualche monsignore, che non sa se benedire a destra, a sinistra o al centro e, come il gallo in cima al campanile, gira la mano a benedire dove fiuta l’odore della miglior offerta, del miglior tornaconto.

Noi, care anime pie (che il demonio vi porti!), non ci offriamo a nessuno, non vi offriamo nulla, ci avete portato via anche troppo (e sempre sarebbe stato troppo); siamo noi stessi e per tali vogliamo restare e per tali essere riconosciuti e rispettati; Veneti, e ci basta. Viva San Marco!

Don Floriano Pellegrini

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IMMAGINI SCATTATE IERI ALLE 16:36 CIRCA, MENTRE STAVA PER VENIRE UN TEMPORALE

IMMAGINI SCATTATE OGGI ALLE 10:10 CIRCA, PARTENDO DAL BEL PRATO ANTISTANTE, CON IL PELMO SULLO SFONDO E, INFINE, CON SULLO SFONDO IL MONTE CIVETTA

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4 Risposte a “DON FLORIANO, Altre notizie sulla bandiera della Serenissima e riflessioni sul perché i Veneti sono Veneti e basta”

  1. Parole che ognuno dovrebbe non solo conoscere ma sentire nel profondo del cuore, come parte di sé. WSM.

  2. Carissimo Don Floriano, non ho ancora avuto l’onore e l’occasione di poterLa conoscere personalmente. Ho avuto, invece, la fortuna di leggerLa nei suoi scritti, che trovo altamente istruttivi, anche per chi è digiuno di storia, di diritto e … di amor patrio. Ho avuto altrettanta fortuna di avere amici in comune. E ringrazio Dio e San Marco, se avrò la possibilità di incontrarLa. A presto ed un fraterno saluto. Maurizio Bedin – Vicenza

  3. Lei sa sempre parlare al cuore dei Veneti (Veneti nel senso lato, comprensivo di universi diversi ma con valori comuni) per cui riprenderò la sua bella nota nel mio blog. Un abbraccio marciano!

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