DON FLORIANO, Il confine tra i masi originari di Coi e di Col

In primo piano il pendio del Bàilo, parte meridionale del maso dei de Pellegrin, poi Pellegrini, giunti nella prima metà del XIV secolo dal maso di Levazono, insieme con i consorti fondatori del maso di Col.

C’è poi un avvallamento, creato da un torrentello quasi stagionale, nel quale la civiltà ha fatto confluire (più sotto) la fognatura (le solite follie o, almeno, i soliti menefreghismi).

Al di là dell’avvallamento il maso di Col o, per la precisione del Col di San Nicolò, sulla sommità del quale sorge la chiesa, comune ai due masi, di San Pellegrino delle Alpi.

Speriamo che l’attuale sindaco di Val di Zoldo, dott. Camillo De Pellegrin (anche lui), sia così cortese da ammettere quello che anche l’ultimo dei monelli di Coi e di Col ha sempre saputo: che essi sono due villaggi distinti e non Col una semplice via di Coi. Ma, si sa, è più facile far finta di niente, che ammettere di dover fare una correzione toponomastica; la quale, comunque, prima o poi dovrà pur essere fatta; a meno che, non riconoscendo di essere inadatto a svolgere il ruolo per il quale s’è fatto eleggere ed è stato eletto, egli non dia le dimissioni. Non si capisce, infatti, come possa fare il sindaco uno che non conosce esattamente la storia, la geografia e le dinamiche della valle; e pensare che all’inizio sembrava lo sapesse abbastanza…

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