DON FLORIANO, Le mele del Bàilo

La località del Bàilo, a Coi, è quella migliore dal punto di vista agricolo, perché soleggiata e riparata dal vento (si parla sempre in termini relativi). Pur essendo a 1500 metri di altitudine meno pochi metri, la famiglia Pellegrini Beretìn (cioè la mia) una ventina d’anni fa aveva avviato un frutteto, pur senza chiuderlo in una clausura, cioè in un recinto o con una palizzata o siepe, come si faceva in antico. Erano state messe in terra varie piante, di cui teniamo ancora l’elenco esatto. Ma quel pregevole lavoro è stato ben presto distrutto per il lavoro di prolungamento della fognatura paesana e «addio prodotti»!

I peri sono stati tutti distrutti. Dei meli se n’erano salvati quattro, ma tre sono stati rovinati dai cervi. Uno è rimasto, è cresciuto e dà ottime mele, per quanto tardive ed asprigne. Ma è già meraviglioso averle, delle nostre, a 1500 metri di altitudine. Se coltivate in modo più razionale, chissà quante e quanti altri prodotti verrebbero!

Oggi è stata fatta una prima raccolta, domani o lunedì sarà completata. Non saranno molte mele, in tutto, ma si vuol mettere la differenza di gusto nel mangiarle, magari cotte al forno con una spolverata di zucchero?

***