TRESOLDI, Sui giornali anti-sovranisti o anti-nazionalisti

Caro don Floriano,

per quanto alcune testate abbiano aumentato le copie, ad esempio il «Corriere della Sera», allegando libri e quant’altro, secondo me sei lungimirante quando dici che i giornali rischiano di scomparire nel giro di non tanti anni.

Sia i più equilibrati come quelli faziosi hanno ancora un’ampia fascia di lettori perché vanno a cogliere le opinioni superficiali di quella massa di persone che vuole sentirsi, scrivendo, partecipe del dibattito politico. Ad essi torna utile usufruire di idee «chiare e pronte per l’uso», possibilmente divulgate da persone che la pensano come loro, sicché, sia pure perché siamo in democrazia e c’è libertà di pensarla come si vuole, fanno girare un sacco di spazzatura. Importante è difendere l’interesse egoistico del potente di turno, del don Rodrigo di turno e come le grida contro i bravi di cui parlano i capitoli iniziali dei «Promessi Sposi», non facevano altro che aumentare le schiere dei delinquenti, così oggi i giornali difendono una ciurma di gente pronta a tutto pur di mettersi al soldo – fuor di metafora – delle grandi banche, europee e non europee.

Che ci siano di mezzo banchieri ebrei, non mi stupisce. Figurati che, come ho scoperto da una documentario sulla seconda guerra mondiale, i maggiori finanziatori del progetto «Soluzione finale» di Hitler erano proprio degli ebrei!

Resta vero, però, che ognuno ha diritto di leggere quello che vuole. Contraddittoriamente a giornali che senza scoop muoiono di morte naturale, con il loro infecondo sensazionalismo, i giovani «per farsi un ‘idea» ormai vanno su internet; poi ognuno la pensa come vuole. Di Maio e Salvini usano una strategia vincente di comunicazione, sbaragliando una sinistra politica che non ha più alcun peso e un berlusconismo che sopravvive come può, mostrando continuamente di essere alla fine, e la nuova Rete4 è diventata una rete di regime, che spara a zero sul governo.

Io rimango un tantino disorientato, ma so che non c’è politica senza dialettica. Chi vuol fare qualcosa di serio e ci mette tutto l’impegno possibile non può, però,  essere paragonato al diavolo e bollato come anti-europeista da chi fino a ieri ci marciava e mangiava sull’idea di Europa e il ricatto legalizzato dei patti politici tra le nazioni europee. Facevano di meglio quelli là? No, di certo. Stiamo intanto a vedere cosa succederà; le elezioni europee sono alle porte, a marzo.

Saluti cordiali e affettuosi.

Cristiano Tresoldi

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