DON FLORIANO, Il problema dei parcheggi nei paesi(ni) di montagna

Tutte le domeniche dello scorso febbraio hanno visto un afflusso in montagna quale non si verificava da decenni. Rientrando in Val di Zoldo, verso le 15:30 ho incontrato una coda ininterrotta di auto, in discesa, dalla galleria di San Giovanni all’ingresso di Forno, cioè lunga un sei/settecento metri. La coda, per quanto meno preoccupante, c’era ancora tra le 16:30 e fin verso le 18:30, quando ho terminata la S. Messa.

Nel Baliato dai Coi (i piccoli villaggi uniti di Coi e Col), che può contare al massimo su una cinquantina di posti-auto, vi erano un centinaio di auto, posizionate nei posti più incredibili, a cominciare dalle due vie d’accesso. Ad aggravare la situazione, hanno concorso due fatti: 1) L’apertura della strada, pur non ancora inaugurata, tra Palafavera e Coi, che ha già richiamato un numero incredibile di turisti; 2) Il posizionamento di un semaforo nei pressi del municipio di Fusine, che ha spinto molti a evitarlo facendo il giro per Coi e Brusadaz.

Della gravità della situazione si è reso conto anche il sindaco di Zoppè di Cadore che, come altri, si è trovato in difficoltà e senza un’adeguata soluzione, trattandosi di un problema nuovo. Ma d’ora innanzi il problema non sarà più inatteso; è evidente che la situazione non cambierà perché, ormai, si ha avuto il segnale chiaro che le persone nei fine settimana desiderano venire in montagna.

Troverei però errato intendere questo fenomeno inatteso in termini esclusivamente, o quasi, di problema, che pure c’è e non è piccolo. Ma sono convinto siamo anzitutto, e quel che più conta, di fronte ad un’altrettanto inattesa opportunità. Sarebbe ben strano che gli abitanti delle località turistiche si lamentassero per l’arrivo di troppi turisti o dei giovani che fanno sport sulla neve e dei meno giovani che passeggiano lungo le strade interne ai paesi. La soluzione migliore mi sembra sia quella di far “fronte comune” davanti alla Regione e al Governo, per chiedere i fondi necessari per realizzare maggiori servizi strutturali di accoglienza e, con ciò, permettere la ripresa delle piccole economie locali, di cui i promotori meritano – in tutti i modi – di essere premiati e non ulteriormente penalizzati. Non si tratta, perciò, di bloccare ma, al contrario, di organizzare e agevolare: è nell’interesse di tutti!

Don Floriano Pellegrini

I monaci si sentivano messi in pericolo dalle donne e, perciò, invocavano il loro allontanamento, sotto pena di scomunica automatica (cioè latae sententiae); non vorrei che oggi ci mettessimo in un atteggiamento in parte simile a quello dei monaci che avevano paura delle femmine, invocando, a protezioni dai “troppi turisti”, l’intervento di Carabinieri e muri divisori vari, sia pur solo legali.

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