DON FLORIANO, Il prof. Lamendola e la crisi, creata dalla Massoneria, nella Chiesa

Antica, bella stampa, che raffigura un pastore addolorato perché un lupo ha rubato una pecora del suo gregge. E i Pastori d’anime, di cui parla Gesù, che fanno? Si preoccupano meno della salvezza eterna delle anime loro affidate di quanto non si preoccupi un pastore per una bestia? Interessa loro solo che stiano bene in questo mondo? Che progrediscano materialmente?

Questa mattina ho spedito a: redazione@oggitreviso.it la seguente lettera.

Spettabile Redazione di @oggitreviso.it ,

in merito all’articolo-notizia «Il professore di Pieve di Soligo che nutre dubbi su Papa Francesco», pubblicato ieri da Ingrid Feltrin Jefwa, non riuscendo a pubblicarle tra i commenti di fondo pagina, mando a voi direttamente queste mie brevi considerazioni: il prof. Francesco Lamendola non è per puro caso «uno degli intellettuali che guardano con spirito critico l’operato del pontefice», non è una voce isolata e facilmente isolabile, ma uno studioso di alto profilo, un buon cattolico, che, da laico documentato, avverte laici e preti di come la Chiesa attuale stia attraversando una periodo di così profonda crisi, quale non si era vista neppure in certe fasi del Medioevo o con Martin Lutero.

I nemici della Fede, infatti, oggi se ne stanno tranquilli al suo interno, protetti dalla Massoneria internazionale, che vorrebbe persino negare che la Fede sia da essa contrastata. Essi ragionano in fatto di religione alla maniera dei massoni, che è come dire, in estrema sintesi, così: la Fede resti un fatto privato, di coscienza, ognuno sia libero di credere o non credere in Dio e di aderire o no a una religione e alla Chiesa; socialmente e pubblicamente, però e perciò, la Chiesa non chiede più al mondo di convertirsi a Dio e alla Fede, si limiti da sé stessa nella missione, pur affidatale da Cristo, di «evangelizzare e far discepoli tutti i Popoli».

Per giustificare la sua esistenza nel mondo, la Chiesa si trasforma di conseguenza (ecco la metamorfosi eretica in atto, di cui parlano Lamendola e gli altri intellettuali cattolici) in un’agenzia di fraternità mondiale, caratterizzata dall’ispirazione ma non necessariamente dalla Fede evangelica; si butta a capofitto nell’impegno di promozione sociale, per la quale pure non è richiesta la Fede, ma si può andare d’accordo con tutti, atei compresi.

Siamo in parecchi sacerdoti scandalizzati da queste idee, non più realmente cattoliche, ma cosa possiamo fare? I vescovi hanno assunto un atteggiamento incredibilmente ambiguo. Da una parte non vogliono criticare il Bergoglio che dovrebbe fare da papa ed essere a sostegno della Fede, dovrebbero pur avere un’intelligenza normale per capire che l’allontanamento dalla Fede è sotto gli occhi di tutti; intanto, però, non sapendo che pesci pigliare, tirano avanti, sperando che il vento cambi rotta da sé. No, non siamo diventati preti (ed essi non sono diventati vescovi e papa) per fare da animatori sociali, ma per vivere, testimoniare e trasmettere la validità, la creatività, la bellezza e la gioia della Fede, per cui Cristo si è incarnato, è morto ed è risorto! Altrimenti, dicano apertamente che non ci credono più e si ritirino!

Don Floriano PellegriniVal di Zoldo

P.S.

L’articolo citato, cui si riferisce quello qui pubblicato, è leggibile al link: http://www.oggitreviso.it/professore-di-pieve-di-soligo-che-nutre-dubbi-su-papa-francesco-219413

Le parole offensive pronunciate da don Lorenzo Tasca, già parroco di Trevignano, andato a fare il missionario [si spera] in Paraguay, sono leggibili al link: http://www.oggitreviso.it/%E2%80%9Cma-andate-cre-allinferno-ci-andrete-voi%E2%80%9D-sfogo-dellex-prete-di-trevignano-fa-giro-del-web-219297 . Si tratta di un articolo che vuol fare ad ogni costo l’equidistante e, perciò, irrita e basta. L’articolo riporta due fotografie del Tasca, una che lo mostra senza alcun carattere sacerdotale e una mentre era andato in piazza San Pietro per un pellegrinaggio ai piedi del suo papa. Eccole:

L’articolo che veramente interessa, però, è quello del prof. Francesco Lamendola, citato nel primo e che riportiamo integralmente, in PDF, nel seguente post.

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