DON FLORIANO, Primizie. Con le Omelie quaresimali del 1982 a Calalzo di Cadore

Di don Floriano Pellegrini

Testo scaricabile al link: DON FLORIANO, Primizie, ed. 2019.doc 

Questa l’Introduzione

Nei mesi estivi gli impegni pastorali sono meno legati ai ritmi e agli orari settimanali, che caratterizzano il resto dell’anno.

I parroci e i loro collaboratori hanno modo di organizzare altre forme di evangelizzazione, come pure di dedicarsi, con maggiore tranquillità, a qualche svago. Sono sempre preziosi il recupero delle energie fisiche e la distensione dallo stress che, purtroppo, si accumula.

L’iniziativa più bella è certamente trovarsi insieme, come confratelli, per qualche ora o, ancor meglio, qualche giorno di vacanza serena e amichevole.

Ma può rivelarsi utile anche qualche buona lettura o il dedicare un po’ di tempo al riordino delle proprie cose, che – almeno così succede a me – nel resto dell’anno sono in parte trascurate.

È stato così che, in alcuni di questi momenti, ho avuto modo di riprendere per mano dei fogli di appunti vari, che avevo conservati qua e là nei cassetti. E, tra questi, ho rintracciato quelle che mi sono apparse come le primizie della attività letteraria; pagine sovente acerbe, ma che, rilette con un po’ di trepidazione, mi hanno consentito di rivedere la mia personalità di allora, qual era, con la sua fede schietta e le sue ingenuità.

Non tutti gli appunti che avevo trovato mi parvero meritevoli d’essere conservati; tra essi, neppure il testo della prima omelia, fatta a Dont di Zoldo il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre 1978. Allora ero semplice accolito e quel parroco, don Mario De Bona, per una particolarissima benevolenza, mi aveva affidato, sino a quel punto, l’animazione di una giornata vocazionale. Mi ero preparato bene quell’omelia (mi vedo ancora alla tavola della cucina, mentre la scrivevo), l’avevo recitata con trepidante entusiasmo e, allora, mi parve d’aver fatto un piccolo capolavoro; allora.

C’ erano, poi, le riflessioni tenute ai seminaristi durante il rosario serale del maggio 1980; alcune, in verità, erano fatte benino, altre meno, ma, forse sbagliando, ho preferito cestinarle.

In quinta, allora ultimo anno di teologia e di seminario, la benevolenza del rettore, mons. Ottorino Pierobon, nel rispetto di una prassi tradizionale che affidava l’incarico di prefetto generale ad uno studente di quell’anno, mi designò a tale compito. Ho parlato di benevolenza, perché nel 1979-1980 in quinta teologia c’ero io solo e, per quanto fossi inadatto, il rettore non volle umiliarmi, affidando l’incarico ad uno di terza, giacché in quarta, quell’anno, non c’era nessuno! In veste di coordinatore, partecipavo alle riunioni che il rettore teneva nella sua stanza; ero molto timido e me ne stavo lì, quasi sempre taciturno.

Feci però qualcosa che manifestava e meglio corrispondeva alla mia indole. Inventai e attuai certi fascicoli periodici, ciclostilati, che intendevano essere piccoli bilanci della vita della comunità; li pagavo di tasca mia (presi allora questo brutto vizio!) e li distribuivo a superiori e  colleghi. Mi auguro che qualche compagno o, almeno, la direzione del seminario ne conservino tutti i numeri; io ho conservato copia solo di due.

Il primo è un fascicolo di sei fogli dattiloscritti e reca questa nota finale: «Riflessione di F.P., in base alla conferenza di don Renato Tomasi alla Cattedra del Concilio del 6 marzo 1980». Il secondo, di sette fogli, termina qualificandosi come «proposta di bilancio di F.P., in base alle impressioni dei responsabili dei vari settori – Belluno, 1° giugno 1980».

Don Lino Del Favero, parroco di Calalzo di Cadore, nella quaresima 1982 mi diede l’opportunità (ero ancora diacono) di tenere le omelie delle messe feriali. Le ho conservate quasi tutte e, in generale, mi sono sembrate abbastanza originali e non disutili; e ho deciso di renderle note. Tenni qualche altra omelia, prima dell’ ordinazione sacerdotale, nel 1984, come quella del 10 luglio di quell’anno, a Fusine di Zoldo, per il cinquantesimo della consacrazione di don Ernesto Ampezzan; non ho ritenuto di conservarle.

Mi è piaciuto tenere, invece, due testi non omiletici. Il primo, per ricordare la meravigliosa esperienza della Scuola di teologia per laici avviata a Calalzo nel 1981; il secondo, per onorare la gentile visita del coro «Stella» di Budapest nel 1983, quando era ancora inimmaginabile la caduta del comunismo.

Coi di Zoldo, 15 ottobre 2001.

Don Floriano Pellegrini

Questo l’Indice

Introduzione = pp. 2-3

Riflessioni da «Prefetto generale» = pp. 4-14

Il prete è un Pastore

Bilancio della comunità di Teologia

nell’anno scolastico 1979-1980

Omelie quaresimali del 1982 a Calalzo di Cadore = pp. 15-57

(giovedì dopo le Ceneri, venerdì dopo le Ceneri; prima settimana: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì; seconda settimana: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì; terza settimana: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì; quarta settimana: lunedì, martedì, mercoledì)

Altri testi = pp. 58-60

Inaugurazione del secondo corso della Scuola di Teologia per laici

Presentazione del Coro «Stella» di Budapest

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