DON FLORIANO, Ricordo di don Gabriele Bernardi

Di don Floriano Pellegrini

Sono stato incerto sino all’ultimo se scrivere o no qualcosa in ricordo di don Gabriele Bernardi. L’essere stato con lui a Cencenighe e San Tomaso Agordino, quale cooperatore, dall’11 febbraio 1995 al 30 giugno 1996, mi ha dato la possibilità di conoscerlo ma, forse proprio per questo, anche creato il dovere di conservare con riservatezza i ricordi di allora. Don Gabriele, però, merita rischi per lui qualche critica di indiscrezione, che poi non vorrebbe mai essere tale bensì solo la piccola maniera che mi resta per porgergli l’estremo saluto.

Don Gabriele era un sacerdote e un uomo forte, entusiasta, trascinatore, pieno di iniziative, dal modo di fare che non lasciava indifferenti e dalla parola sincera, sorridente ma ferma. Desiderava la verità e spingeva alla verità, sapendo mettere in luce maschere e compromessi. E la verità che chiedeva di avere era questa: l’amore come impegno a portare avanti la vita. Per lui, pertanto, le madri e i padri, le famiglie, il dialogo a tavola, il rispetto per i piccoli e gli anziani venivano sempre, sempre al primo posto. È stato il sacerdote della dignità della vita e ha lavorato, con entusiasmo e successo, per l’ampliamento della casa di riposo di Pieve di Livinallongo, per le persone in difficoltà, cui faceva giungere un aiuto. E, tra queste persone, a volte c’era qualche confratello, cui lui stava vicino e che seguiva come fratello maggiore, facendosi carico di lui, in tutto e per tutto, senza che nessuno mai lo sapesse. Era un po’ sorpreso in negativo di certi comportamenti di altri confratelli, del loro arrivismo, del non mettersi totalmente e sino in fondo a servizio delle parrocchie. Quando parlava o predicava, la gente capiva che era credibile, intuiva che diceva quello che già lui metteva in pratica. La gente perciò lo amava e sono convinto che molti, giovani e anziani, abbiano pianto per la sua morte, avvenuta nella solitudine, su un divano, dopo aver fatto tanto del bene. Poi, si sa, perfetti a questo mondo non si è nessuno; ma quello slancio d’amore operoso e creativo, che ha contrassegnato tutta la sua esistenza, era meraviglioso. E quando aveva incomprensioni e contrasti, e ne ha avuti parecchi, anche per certe invidie, che faceva? Amava e si impegnava ancora di più. Che esempio!

Mancherai a me e a tanti (a cominciare dal tuo vecchio parroco don Piero Bez), caro don Gabriele; grazie infinite del tuo grande cuore d’uomo e di confratello sacerdote!

PER APPROFONDIMENTI

Per avere notizie su don Gabriele, ho fatto e basta fare una ricerca in internet; in verità credevo di trovare più di quanto invece ho trovato. Per un profilo biografico (sono tutti simili), ho scelto in pratica il seguente, del 2 giugno, al link: https://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/loria_prete_morto_gabriele_bernardi-5264081.html : LORIA – «Impariamo ad ascoltarci e a comprenderci. E anche a sorridere di più». Con questo inconsapevole messaggio di addio don Gabriele Bernardi, originario di Loria, ha dato il commiato alle comunità di Selva di Cadore, Pescul e Colle Santa Lucia. Andandosene, in silenzio, la sera di domenica 31 maggio. Dopo un’intensa giornata di cerimonie per rendere onore alla Pentecoste. / Il sacerdote 71.enne è stato trovato privo di vita ieri mattina da una parrocchiana dopo che si era recata in canonica per comprendere la ragione della mancata presenza in chiesa del parroco per la messa della seconda giornata di Pentecoste. L’ha trovato seduto sul divano, con la cena ancora da consumare preparata sul tavolo, morto probabilmente per un infarto. 

IL MALORE. Don Gabriele era atteso ieri mattina, alle 8 nella chiesa di Colle, per l’ora di adorazione del secondo giorno di Pentecoste. Ma era in ritardo. «Cosa strana per lui che era puntualissimo – afferma il sindaco Paolo Frena, presente in chiesa – Ho provato a chiamarlo ma il telefono suonava a vuoto. Allora ho chiesto a mia sorella Annalisa di andare in canonica a Selva per capire se ci fosse qualche problema in corso. Nel frattempo, confidando in un semplice contrattempo, abbiamo avviato la cerimonia. Ma di là a poco è tornata mia sorella a darmi la drammatica notizia. A quel punto mi sono recato in canonica e ho avvisato il vescovo nonché chi di dovere in queste situazioni».

IL SACERDOZIO. Nato a Loria il 2 ottobre 1948, don Gabriele Bernardi è stato ordinato presbitero a Limana il 26 luglio 1975. In seguito ha ricoperto il ruolo di cappellano a Longarone e a Limana. Poi è stato parroco ad Arabba e successivamente a Cencenighe e San Tomaso Agordino. Per più di dieci anni dal 1998 ha svolto a Gerusalemme il particolare servizio di accoglienza dei pellegrini presso il Santo Sepolcro, un ruolo che ha sempre amato profondamente. Invece dopo la tragica scomparsa di don Francesco Cassol, nella notte tra il 21 e il 22 agosto 2010, era rientrato in diocesi per diventare, in sostituzione del confratello, parroco di Longarone, Igne, Fortogna e Ospitale di Cadore: era il dicembre 2010. Nell’autunno del 2018, infine, ha assunto la guida delle tre parrocchie dell’Alto Agordino di Selva di Cadore, Pescul e Colle Santa Lucia dove fino all’ultimo, domenica, ha condotto le cerimonie della Pentecoste. Un addio simbolico, al termine del percorso pasquale, tra i più significativi per la vita di un religioso, prima del riavvio del cosiddetto tempo ordinario. «La sua ricca personalità, la sua fervida e focosa predicazione, la sua spiritualità e la sua passione pastorale lasciano un vuoto immenso in tutta la comunità diocesana», si legge sul sito della Chiesa di Belluno Feltre.

Il funerale, a Santa Maria delle Grazie, in Agordino

Questo è un piccolo video nel quale per pochi secondi si può sentirlo parlare, con la sua voce particolare: https://www.telebelluno.it/wp/a-longarone-il-saluto-di-don-gabriele-e-don-mirko/ 4 sett 2018 (l’URL del video è: https://youtu.be/ysaiqSayzvc )

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