DON FLORIANO, Successo dell’incontro per l’indipendenza del Popolo Veneto, ieri a Belluno

Intervento di Maurizio Curto

Ieri, sabato 12 settembre, alle ore 20:30 si è svolto a Belluno, al centro congressi del Giovanni XXIII, l’annunciato incontro per illustrare il cammino di indipendenza del Popolo Veneto e delle 21 Comunità o Territori che lo costituiscono. In sala «Muccin» e in quella adiacente, a causa delle misure di distanziamento imposte dalle norme per il contenimento del Covid, si erano radunate almeno un 60-70 persone. Non tante in cifra assoluta, ma già tante se si considera la particolarità dell’argomento e si ricorda come, solo pochi anni fa, i partecipanti agli incontri per l’indipendenza erano a livelli ben più bassi. La consapevolezza che il Popolo Veneto è sovrano, per quanto i suoi territori e le persone che li abitano siano ancora amministrati (come è nel caso delle colonie) dalla Repubblica Italiana, continua a farsi strada.

La serata è stata coordinata da Maurizio Curto e Franco Pistoia, che hanno introdotto un mio intervento e quello del relatore della serata, Silvano Viero, venuto dalla provincia di Treviso.

Il mio intervento è stato una precisazione del motivo per cui un sacerdote sente, come intrinseco al suo ministero, il dovere di far conoscere la verità, ogni verità, anche quella storica e quindi, nel caso concreto, la legittimità, in tutto e per tutto, del percorso d’indipendenza. Nel suo intervento, Silvano Viero ha invece illustrato, con toni e argomenti convincenti, la legalità (oltre che legittimità) di tale percorso. Esso, tra due settimane esatte, vedrà a Thiene una prima presentazione della nuova realtà statuale, tutta la costituire ma che pure, in tal modo, si presenta sulla scena internazionale, con il nome di Confederazione dei Territori Veneti, ispirata al modello svizzero della Confederazione Elvetica.

I partecipanti all’incontro provenivano da varie parti della provincia: dal capoluogo, da Sedico, Santa Giustina, Feltre, Lamon, Rocca Pietore, Caprile, Selva di Cadore, Auronzo di Cadore, Candide. Da Zoldo eravamo ben in dieci.

don Floriano Pellegrini

Silvano Viero e, alle sue spalle, Franco Pistoia

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