IRAL, La locazione dell’ospedal di San Martino, nel canale di Zoldo, del 1703

Del per. min. Sante Iral, marigo della Regola Grande di Coi. Le foto sono di Sara Casal, ricavate dalla sua pagina FB.

Un documento dell’archivio storico della parrocchia-pieve di San Nicolò, a Fusine di Zoldo, probabilmente lì giunto per l’interessamento dello storico don Ernesto Ampezzan, riporta la locazione dell’ospedal di San Martino, nel canale di Zoldo, del 1703. Il documento è inedito e questa ne è la trascrizione:

In Christi Nomine Amen. Di sabbato 24 febraro 1703  Zoldo in casa fu del quondam messer Zuanne Sorecin, hora habitata da domino Antonio Cin, posta nella Regola dal Forno Capitaniato predetto. Presenti messer Michiel quondam Appollonio Mina della Val d’Agordo, et messer Fiorian quondam Nicolò Remor d’Astregal testi.

In essecutione et ordine di parte pressa nel magnifico Conseglio di questo Capitaniato dì 3 corrente, et licenza concessa dall’Illustrissimo, et Eccelentissimo Signor Anzolo Cigogna Podestà, et Capitanio di Belluno dì 5 stante qui li Honorandi Deputati della Veneranda chiesa Santo Floriano messer Zuanne quondam Antonio Stel da Campo deputato vecchio, et presenti domino Poletto quondam domino Zuanne Lazeris, messer Giacomo quondam Rocco pur Lazeris ambi da Dont, messer Vallantin quondam Appollonio Calchera per se, et successori loro hanno datto, locato, et a semplice affitto concesso, et trasferito per anni nove, et nove racolti a messer Piero quondam Zorzi Brustolon, per se, et successori stipulante, et a semplice affitto conducente per anni 9, et 9 raccolti il Mas dell’Hospedal di San Martin posto nel Canal di Zoldo, da principiarsi il San Giorgio venturo; cioè

la casa con stantie, che in essa si ritrovano,

item li due tabiadi in detto loco,

item l’horto,

item li campi, et pradi essistenti in esso loco, sotto et sopra la strada,

item campi et pradi in loco detto alli campi d’Arsiera, sotto et sopra la strada,

item il loco di Damio cioè campo et prado con tabiado,

item il prado di Coleghe,

tutti della quantità, et qualità s’atrovano, fra loro confini, dover a terra terena dalli deputati voltati li coperti delle case, tabiadi, et quelli acadesse necessario ne medesime fabriche per una volta tanto,

item tutti li livelli, di denari, biade, et decime sono tenuti diversi pagare, et corrispondere ad essa chiesa di San Martin con jus, et ragioni di boscare, pascolare per beneficio dello Mas, colloni laoranti del medesimo.

Ad haver per esso conducente, [et] successori il tutto tener, goder, posseder, usufrutuar, [ad] arbitio fruirvisi, et questo hanno fatto, et fanno perché all’incontro esso conducente presente ha promesso, et promette detti beni, fabriche ben tenir, coperte, in colmo, et in accontio, coltivar, terazar, li beni arativi, et tener ben curati li pradi, mantenir le ragioni, confini, termini, stroppi, et di corrisponder annualmente d’affitto £ 272 soldi 16, iusta l’incanto seguito per avanti sopra la piaza di San Floriano, in giorno festivo, in frequenza de populo, come asseriscono, cioè £ 136 soldi 8 il San Martin venturo, et l’altre £ 136 soldi 8 per San Giorgio 1704, et cossì d’anno in anno, successivamente, durante la predetta locatione, senza alcuna dilatione, contaditione, strepito, ne figura di giuditio, come pure adempire, a tutti li oblighi ordenarij che sono tenuto pro tempore adempire, et mantenire il Priore in esso loco, iusta il jus praticato [ab] antico, et in altre locacioni, et nel fine della presente rilasciar il tutto più tosto migliorato, che pegiorato, come conviene a buon Priore, conducente, iusta la forma delli statuti di Belluno. Come pure dovrà esser inventariati tutti li mobili, che di presente le saranno consegnati, dover registrato a perpetua memoria sotto il presente.

Et promettendo le parti per se, successori han la presente locatione con tutte le cose in essa contenute ferma, ratta, et grata, sotto obligatione de beni loro, et della chiesa, presenti, et venturi, in forma. Laus Deo.

Comparsi domino Antonio quondam Domenego Cin, et domino Domenego suo nepote, in unione viventi, et udita la sudetta locatione, et cose in essa benissimo considerato, et il tutto inteso, per caude [cautione?] della sudetta chiesa, et in nome del sudetto predetto Priore, et conducente, per se, et successori loro instorno notarsi, come per se, et heredi , si sono costituiti, et si costituiscono insolidum piazi, sigurtà, et principali pagatori, et manutentori, non solo dell’annui affitti sora, [sed] etiam al adempimento de tutti li oblighi, che il medesimo Priore son tenuto, renontiando ogni beneficio, che impetrar potessero contradiciar l’essecutione della presente loro piazaria, et promissione, obligando alla manutentione delle cose premesse tutti, et cadauni loro beni, et effetti, presenti, et venturi, a ellettione delli intervenienti della chiesa che pro tempore saranno, in forma.

Segue questa frase, non ben compresa: «1722: 24 dicembre snota [= Si nota?] sopra ala Signora Malgarita Cinnilli quondam Domenego».

***