La buffonata del reddito di cittadinanza

Non serve aggiungere altro, questo cartello riassume benissimo la questione e smaschera l’ipocrisia della soluzione gettata in pasto al Popolo come «reddito di cittadinanza». Si tratta, infatti, dell’ennesima caramella per chiudere la bocca alla gente, che magari conduce una vita non dignitosa e di stenti e persino va a morire di fame, ma, avendo in bocca quel gusto di caramella, firmato M5S e imbonitori vari, dice ha se stessa che sta bene e che muore felice.

Quanta ipocrisia in queste soluzioni facili, ossia di pura facciata! Un placebo al posto della vera cura, un incerottare le ferite anziché togliere le cause per cui quelle ferite si creano; la vera riforma del lavoro è, insomma, una di quelle terre promesse che fanno parte del Sesto Continente (che nulla contiene), quello del Sol dell’Avvenire (aspetta e spera, mona)!

Tra parentesi: il sì affermativo va con l’accento. Anche la correttezza linguistica ha i suoi diritti di cittadinanza.

Al posto di socialismo si può scrivere reddito di cittadinanza: è la stessa cosa; è l’esca per i pesci, il formaggio per i topi, la trappola per i cittadini che ci credono e, così, diventano inoffensivi per il sistema bancario che sponsorizza gli Stati ed i partiti in maniera ben diversa che con formaggini ed elemosine di cittadinanza.

***