VENEZIANI, La Raggi, sindaco di Roma, censura il nuovo manifesto di Pro Vita

Il manifesto di Pro Vita e Generazione Famiglia vietato da alcuni Comuni. Non offende nessuno, ma ha il torto di mostrare, sia pure in modo concettuale, la nuda realtà dei fatti; quindi: intollerabile!

Di Marcello Veneziani

Da: http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5378 

«Due uomini non fanno una madre», diceva il manifesto-gigante di Pro Vita e Generazione Famiglia affisso nelle città d’Italia, con un neonato in primo piano. La Raggi e l’Appendino, collaboratrici domestiche del politically correct, ingaggiate dall’agenzia di pulizie Casaleggio per i comuni di Roma e di Torino, hanno fatto rimuovere in fretta quei manifesti osceni: sai, difendevano la maternità e i figli, che orrore!

Il poster condannava gli uteri in affitto e lo squallido mercato; e due donne sindaco, grillo-femministe, dovrebbero difendere la dignità della donna. Macché. In una città sommersa dai rifiuti, la Raggi ha trovato la premura non per rimuovere le immondizie che merdeggiano in ogni angolo della Capitale, ma quei poster scorretti, che denunciavano la compravendita di madri e bimbi, e la difesa della famiglia con padre e madre, senza uteri in affitto.

I LIBERI, MODERNI, CIVILI E TOLLERANTI FANNO RIMUOVERE IL MANIFESTO

«Anche se non le condivido affatto, arrivo a capire le ragioni opposte a quelle esposte in quel manifesto». In un paese davvero libero e civile, si risponde a una tesi con una tesi opposta, a un manifesto con un contro-manifesto. No, i liberi e moderni, i civili e i tolleranti fanno rimuovere il manifesto; se hai un’idea diversa dalla nostra, anche se è poi l’idea che ha permeato da sempre ogni civiltà, te la devi ricacciare in gola, non puoi esprimerla, non hai il diritto di dissentire.

E visto che non capisci, ti arriva l’accusa: omofobia. Chi chiede che un bambino abbia un papà e una mamma è omofobo. Chi contrasta il vergognoso traffico di bambini su commissione, è omofobo. Vi rendete conto in che mondo capovolto ci troviamo a vivere?

Nel frattempo, l’immancabile organo radical «L’Espresso» rispondeva a Pro Vita con uno slogan per le famiglie arcobaleno: «Ho due papà e sono felice». Ma non faceva in tempo a pubblicare l’elogio filiale alle famiglie con papà doppi e senza mamme, che veniva fuori la storia di Miguel Bosè. L’avrete letta. In un’intervista, il famoso figlio del torero aveva detto: «È stato il mio amico Ricky Martin a suggerirmi una madre “in affitto”»: in Spagna non è legale, ma negli Stati Uniti sì. Lì è il mercato che crea la legge e loro sono più avanti di noi. Hanno le Tavole di Bosé.

Così ha commissionato all’utero in affitto una coppia di gemelli, e si è unito a un compagno anch’egli padre unico di due gemelli nati pure loro noleggiando un utero. Ma, a un certo punto, la felice famiglia arcobaleno si è sfasciata, i genitori si dividono e i figli pure.

IL NUOVO CHE AVANZA

Provo a ricapitolare la sequenza generale, dall’inizio. Due persone dello stesso sesso decidono di far coppia. Sono liberi, fatti loro, nulla da dire. No, loro vogliono essere considerati alla pari delle famiglie e vogliono unirsi in matrimonio. E le sindache, come la Raggi e l’Appendino, subito accorrono a celebrare i loro matrimoni. Ma non basta. Vogliono adottare un figlio, e poco importa se questa creatura crescerà con una sola figura genitoriale a doppione, senza la madre. Ma non basta ancora: non adottano un bambino che ha perduto i genitori, ma ne vogliono uno nuovo di zecca e allora se lo comprano ancora cellofanato nella placenta tramite quella pratica vergognosa che è l’utero in affitto, ipocritamente ribattezzato maternità surrogata [cfr. neolingua orwelliana].

I più ricchi possono permettersi anche stock di figli in confezioni gemellari. E i sindaci grillo-progressisti benedicono e celebrano. Ma poi, prendi il caso Bosé, il capriccio finisce male: la coppia omosex scoppia e i quattro bambini comprati all’ipermarket (o super-racket) delle maternità svendute, devono ripartirsi tra i due genitori. Niente paura, avvertono i due papà, c’è Skype, che permetterà ai bambini divisi di parlarsi e vedersi come se fossero a casa.

Che felicità per quei bambini !, diremo con «L’Espresso». Ma come si sentiranno quei bambini, venduti alla nascita dalle loro mamme, vissuti con due omo-padri ma senza una madre, che ora si ritrovano pure con mezza paternità ciascuno? Pensate che sia civile, moderno, libertario tutto questo? O pensate che sia incivile, bestiale, egoistico, capriccioso, offensivo per la dignità della donna e lesivo per la vita dei bambini? Immaginate il mio parere, ma guai a renderlo manifesto. Perché il meraviglioso mondo LGBT e i censori piddini, boldrini, grillini, ti cancellano e magari dopo ti denunciano pure: «Acchiappatelo, è un delinquente, difende la dignità delle mamme e la vita dei bambini!»

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